1.
Come nel folto chiamò
2.
Proprio sull’indicibile
3.
Fra loro mirabilmente accordati
4.
Prima questa mano che stipa
5.
Sopra si appunta
6.
A portata di voce
7.
Per verdissime ombre
8.
Non vetri vacanti riguardo
9.
Risale la colonna
10.
Apertamente, tra le spalle
11.
Dal quieto cavo d’ombra
12.
Dicono il freddo familiare
13.
Lucente e bella fiammeggiava
14.
Illusivamente sormonta
15.
Questo ti porta radendo
16.
Perché s’immerga
17.
Stoffe come pura luce
18.
Tristi auguri, acque
19.
Morde il risveglio: al sommo della scala
20.
Fuggirà questa piega d’aria amara
21.
Nella dimora celeste beve
22.
Non per una chiara tomba che s’apre
23.
E’ il dono festeggiato
24.
Colano nel sonno avventuroso
25.
Quasi senza destarsi, in fondo
26.
Sarebbe sulla più fresca ferita
27.
Fu nell’aereo posatoio, quando i passi
28.
Qui circondato da mura
29.
Ancora questa gloriola
30.
In affanni finisce
1.
Come nel folto chiamò
Come nel
folto chiamò
questa
garza di luce
il suo
larghissimo squillo,
ora sprigiona
dal lutto
metallica
seta il lampo
freddo
dei torso fino
a una pioggia
di punte
distesa.
2.
Proprio sull’indicibile
Proprio
sull’indicibile
tappeto
incombe la grazia
alata del
passo la nube
silenziosa
sciogliendo
il soffio
di pendii familiari
dentro
calce di piccole ossa.
3.
Fra loro mirabilmente accordati
Fra loro
mirabilmente accordati
i muri
di vetro gli indugi
dell’inverno,
porpora o perdute
foglie
circondino un collo regale,
passeranno
gesti e molto
fuoco nel
filo delle notti.
4.
Prima questa mano che stipa
Prima questa
mano che stipa
piume e
castighi, un qualche
luogo fa
tremare come uno
scorrere
senza
memoria
se la matura
stagione
lo solleva
in un ruvido
balsamo.
5.
Sopra si appunta
Sopra si
appunta
come luce
divina:
preme docili
strumenti
nell’intima
selva scova
i più
sensibili ami
o qui del
suo mezzo fa centro,
mola veloce.
6.
A portata di voce
A portata
di voce
un coltivato
deserto,
dispone
sulla giovane bocca
sulle
palpebre
il giardino
profondo
finché il suo
polline
celeste spanderà
pigro fiume
di luce.
7.
Per verdissime ombre
Per verdissime
ombre
rameggi
e densità,
come di
chi con forza disperata
doni
apparecchia
a quest’alito
escluso,
detto nell’immobile
luce.
8.
Non vetri vacanti riguardo
Non vetri
vacanti riguardo
a un oro
che agonizza
ma questa
gloria spenta
è
prescritta nel folto,
voi che
gettate una mente
adunata.
9.
Risale la colonna
Risale la
colonna
il suo
orrore fulgente
a una
impercettibile
vena
nient’altro
se esala
la sua
grazia formata.
10.
Apertamente, tra le spalle
Apertamente,
tra le spalle
il grigio
soffio dell’aria
la mandorla
di luce,
perché
possa immergersi
nella sua
rossa veste
intorno
a un perfetto
splendore
ignorato.
11.
Dal quieto cavo d’ombra
Dal quieto
cavo d’ombra
per celare
minuscole torce
o sciogliere
il bosco che l’arieggia
farà
come un calmo calice chiuso
tutta quella
neve, nube
leggera.
12.
Dicono il freddo familiare
Dicono il
freddo familiare
i chiari
colori del lutto
nel bagno
di piume:
cantato
presagio è la luce,
duplica
il gesto s’impiglia
il mormorato
volo
prezioso.
13.
Lucente e bella fiammeggiava
Lucente
e bella fiammeggiava
quella
che desta la mia mente.
Oggi, dal
pigro gelo si svolge,
esca, nel
chiaro mattino
la pazienza
dei fianchi lo scatto
delle braccia
per l’astro
inevitabile:
perché perde
il tuo
valore, scacciata vista
sgombra?
14.
Illusivamente sormonta
Illusivamente
sormonta
l’ardente
alveare quell’oro,
adesso
un esile raggio sospende
l’immoto
bacino:
è
gloriosa minaccia
l’indolenza
dei corpi, e come
dispone
con mani gentili
i frutti
vermigli l’interno
fogliame
sonoro.
15.
Questo ti porta radendo
Questo ti
porta radendo
il suolo
bianchissimo spasimo:
sono livide
carni sterpeti
dove si
annusa l’aria della notte.
0, come
deriva, impazienti
sfolgorano
meno tristi vapori
impareggiabili
crolli, fino
alle spente
fontane.
16.
Perché s’immerga
Perché
s’immerga
delizia
inaccessibile
regola
il moto armonioso
inclinato
ventaglio:
ne avrai
calma meraviglia
quando
il chiaro lampo
lo strugge
nel recinto
di un uguale
mattino.
17.
Stoffe come pura luce
Stoffe come
pura luce,
grazia,
brividente carne, luce:
si esaurisce
la spinta del piede
in un verde
abolito a nulla
dischiudere
che annunci
tra sfatte
nubi sola
una rosa.
18.
Tristi auguri, acque
Tristi auguri,
acque
luminose,
passa un tempo
di fumo
rude e nebbia:
ora
l’invisibile
cenere
lascia
la calma palude,
dirai bene
imperfetto
occupati
sensi.
19.
Morde il risveglio: al sommo della scala
Morde il
risveglio: al sommo della scala
si scopre
l’orizzonte, questa
eccellenza
è gloria, cedono
fili tenaci
così soavemente
tra le
spalle. Lodali,
pesi o
sfogliati marmi,
poi nel
nido d’ogni altra
bellezza.
20.
Fuggirà questa piega d’aria amara
Fuggirà
questa piega d’aria amara,
interroga
un tiepido marmo
la fronte
insensata: molto fuoco
attende
il duplice filare, refe
e bacche
qui, come pioggia
mischiata
a bella neve.
21.
Nella dimora celeste beve
Nella dimora
celeste beve
l’ombra
affatica quell’oro
che
allacciano
le foglie, ma vano
è
ogni allarme: voi, fiori
e foglie
e del suo lume in cima
debole
volo, formate
come un
puro pensare innocente.
22.
Non per una chiara tomba che s’apre
Non per
una chiara tomba che s’apre
ronza questo
azzurro, una secca
selva che
stipi le minute stelle,
o
avventurosamente
racchiude
il tuo
felice rumore, sparsa mente
gelata.
23.
E’ il dono festeggiato
E’ il dono
festeggiato
d’inatteso
fulgore:
non disperda
sovrana leggiadria
l’estenuato
fogliame.
Mi sarebbero
incerti
invincibili
i cammini
senza quel
raccolto tesoro:
dove
rifiorisce
il piccolo
piede,
godi il lume l’oro.
24.
Colano nel sonno avventuroso
Colano nel
sonno avventuroso
quei deboli
richiami o per legarci
passa
un’opaca
grazia: se i begli occhi
scovano
dardi come a formata
battaglia,
ancora perderai,
fervida
ombra beata?
25.
Quasi senza destarsi, in fondo
Quasi senza
destarsi, in fondo
a questi
greti asciutti spingendo
in alto
la linfa, ci accompagna
l’annuvolato
giardino: veramente
faremo
come una misurata
mattina,
è molto per il sangue,
se ancora
regge o si colma, qui
precipitata
radice.
26.
Sarebbe sulla più fresca ferita
Sarebbe
sulla più fresca ferita
nello stacco
lieve della spalla
vittoriosa:
piano risponde rotola
le sue
lucide nocche il liquido
splendore
dei colori disponendo
quel diurno
arredo come ferma
figura
o sillaba lunga.
27.
Fu nell’aereo posatoio, quando i passi
Fu nell’aereo
posatoio, quando i passi
l’aria
rinfocolata regalano
dei giorni
grandi o si raccoglie
la stagione
fra i tiepidi spigoli
se piove
un custodito grappolo
una chiusa
ghirlanda.
28.
Qui circondato da mura
Qui circondato
da mura
il depredato
giardino dicevi
per avventura
la coppa della bocca
la riposta
invidiata neve
volgendo
luminosa altura
come in
tenebre è mutato.
29.
Ancora questa gloriola
Ancora questa
gloriola
d’incombenti
codici e nodi
boschivi
intrecci per fare
un bel
colpo e molte lingue
movenze
attorno, se davvero
vien meno
per diffusi rami,
sonni
svarierò,
muterò angustie,
stridi?
30.
In affanni finisce
In affanni
finisce
la dispersa
mattina:
dà
quieti segnali il caro
sangue
vuole vini di nebbia
e crete
sull’affollato concerto
di ossicini
e piume a meno
che sciolto
un suo soffio
metta lume,
eventi.