Ho
lasciato il mio amore
Sono
cambiata
Questo
mio unico
corpo
Ascolta
E
ci si ammala
Ho
lasciato il mio amore
Ho lasciato il mio amore
solo nella
notte
abbracciare
un cuscino
l’ho lasciato
piangere
e pensare
ed io mi perdevo
in un tempo di plastica
dietro le
parole
di personaggi
strani…
ho creduto
ho inventato
…ho cercato
e per un po’
ho trovato
risposte
sbieche
alla mia
esistenza…
ho bevuto clorofilla preziosa
che ha
tediato l’urlo silenzioso
delle paure
che ancora
ascolto
e modulo
nel mio
sentire…
e poi ho
capito
ho capito quanto tutto
sia stato sufficiente
ad annichilire il dolore
anestetizzare
il pianto…
Ma cosa a chi
anestetizza
questo silenzio
di pensieri
vorticosi
di urli
soffocati…di verità
comprese a caso…
e il mio amore ancora tace
tace e
aspetta il mio ritorno…
No!…non vado oltre adesso
adesso cambio
rotta
e torno al
tuo cuscino
…………amore… se
amore aspetti
Sono
cambiata
Sono cambiata
il mio
aspetto fuori
ha cambiato
rotta
ha preso
sembianze
che mai avrei
pensato…
ed il mio viso
un po’
sciupato
si proietta
avanti
negli anni
in uno
stupore…
Dove sono i miei
lunghi capelli
e la mia
pelle chiara
…Come foglie d’inverno
in piena
estate, si sono persi
ora ingrigiti
rinascono
e
incorniciano un viso
ingiallito
stanco
segnato…
e mi ritrovo
di nuovo a
chiedermi
del
“percorso”…
poche
segnaletiche
su questa
strada…
si va avanti
a tentoni e spinte
e rotolando
un po’ sui sassi
quando il
sentiero,
diventa ripido
e la
superficie sdrucciola…
ma ho un amico
un amico…
un amico che
mi tiene
ed ho un amore
un grande
amore
accanto
Questo
mio unico corpo
Questo mio unico corpo
mi da un’unica vita
e in questa vita
questo corpo
si perde
in un sussulto
e nel dolore sento di esistere
consapevole del mio respiro
metto in fila
i miei pensieri
che si
accartocciano
attorno al
silenzio…
Ascolta
Ascolta,
non andare
lontano
io sono
qui…in ginocchio
accucciata
sulla mia esistenza.
Ascolta le mie parole mute
i miei
pensieri asfissiati.
Ascolta il mio affanno
ed il mio
silenzio.
Ascolta questo corpo
che si piega
come foglia d’autunno
mentre
volteggia tra
altre
foglioline stanche
in questo
luogo senza tempo
e destino.
E
ci si ammala
…e ci si ammala
e nella
malattia
comprendi
di
non possedere
il tuo corpo
non ti appartiene
come nulla ti
appartiene
in questa vita
non hai il
controllo sulle cose
Scopri l’unicità
dei giorni
dei giorni che passano
nel dolore
si allungano
e si stendono nel tempo.
Non serve chiedersi
il perché del dolore
degli accadimenti
non serve imprecare
“perché
proprio a me”
Siamo parte dell’umanità
dolente
Siamo parte
del mondo che gira
Siamo parte
del dolore cosmico
Siamo parte
di Dio
…e Dio ci tende la mano
ci soffia la speranza nel cuore
finché il corpo si assopisce
e lo spirito emerge
oltre la vita…