Al
frantoio
II
sentiero delle more
In
Memoria
Are
you the one?
Poetry
as affiliation
The
Night Bard
Testamento
n. 1
La
vita
Desiderio
dell’auto-annientamento
Al
frantoio
ignoro
il nuovo
ho un occhio
storto
guardo
ricordo
tutto
eh, si
ricordo
troppo
le storie
dei miei avi.
con un basto
pesante sulla groppa
vengo alla
grossa macina
di cui
mi dico l'asina.
fui una
stupida,
penso
talvolta:
sono stata
di qualcuno,
appartenevo
a un tarlo,
alla mola cigolante
il cui
peso apprendevo
scavando
in tondo un solco,
a testa
bassa.
avevo costantemente
nella testa
quell'odore
di sansa,
l'intenso
verde-oliva
della pietra,
il volo
scomposto delle mosche
e mio padre
che assaggiava l'olio
con due
dita - fuori di li,
l'aria
era bianca.
lo chiamano
percorso.
se avessero
prodotto
vasellame,
sarebbe stato,
quel fosso
circolare,
una perfetta
tomba per l'oggetto.
io vi stampavo
l'orma del mio zoccolo...
si riduce,
il presente,
a una massa
pastosa per il torchio,
anno per
anno, un giro dopo l'altro
e distilla
una nenia.
si decanta
da sola, sono stanca.
II
sentiero delle more
per quelle
lente ore in cui
conosceste
l’attesa del martirio
su gradini
di terra come di chi
da vergine
é immolata - voi,
dico a
voi, che con tenere dita
toccaste
le piaghe
di un lebbroso
e celaste
la chioma sotto un ruvido saio
per chinarvi
pietosa
su quel
corpo straziato, che
a vostro
dire palpitava ancora –
per quelle
ore, io vi porgo la rosa,
unica
spettatrice
di tante sedie vuote
morta che
fu, l’anima sua dinanzi
e le membra
vedevo agitarsi nell’aria
e pulsando
sgorgare la ferita
là
dove le sue reliquie
tengono
a coppa il sangue
venite -
aveva,
il sentiero delle more,
colpito
la sua immaginazione –
ecco i
sassi, ecco gli arbusti
che
sostennero
il rogo
e
laggiù,
per quella bella santa,
mirate
come il rovo ai suoi piedi si crebbe
a formare
una croce
io stava
come presa da un delirio di voci
e volentieri
ml denudava il petto
e me ne
andava
vagando senza meta
finché
qualcuno mi riportava a casa
ratto, come
di un sogno alato che partiva dal
fondo,
fu l’ascendere ai cielo pei segno di una spada:
lì
riconobbi Chien, agile sua moneta, vidi steli di
ombre,
e l’acqua e il fuoco...
o vergine
radice, altre volte mi ardeva,
non
comprendendo
come,
un dispregio
del mondo.
In
Memoria
Vero triste
dettato
mentre
con la guancia premuta
contro
la terra nuda
vedevo
la bambina tutta sporca
corrermi
incontro per corridoi d'erba
e l'aria
intorno frolla
era come
la vita soptto la pioggia
quando
con padre e madre
Tetre carcasse
abbandonate
nei prati
verdi delle ocse tolte
l'una
arruginita
coricata sul fianco
quasi
dormisse
dove spuntano
nell'ombra
bacche bianche
l'altra
rimasta in piedi
incoronata
di malva e pungitopo
nei suoi
tondi segreti d'oltresponda
Lenta lumaca
dall'involucro leso
in cui
il cielo rimbomba
tra le
pareti concave - presa
così
nei suoi umori autunnali
che dalla
terra sa come il piede
s'infossa
- come in un solo mattino
si schiudano
le larve inosservate.
Are
you the one?
are you
the one
so frequently
referred to
in my book?
you the
major influence
a constant
source of advice
the
instigator
of so many
articles?
are you
the one
to whom
this book is dedicated
the
writer-non-writer
who proclaims
verse
in a sublime
form and
gathers all the stars
over the
lead pavement
where he
stands
nightly
perhaps
alone?
are you
the one that
once begun
his action
inside
a poem
creates
within a frame of coal
a plunge
of diamonds?
are you
the one
wearing a white apron
who I
remember
unloading a lorry
under my
mother's flat
unloading
it of an encumbering
love poem
which weighed
on your shoulders
like the
body of lamb
butchered
sacrificed for our
seasonal
recurrences
you the
only one who felt
dismayed
by your
own
strength?
for you
the sky opens
and a light
is poured on your paper
at once
with soft snow
in sparkles
of doctrine
while I
continue wondering
who
are you.
Poetry
as affiliation
I belong
to you
John the
Baptist
because
you are mad
because
you make me shake
and laugh
and cry with
horrendous
joy.
I belong
to the morning of your
wild nakedness
to the
bare stones and filthy waters
where you
baptize me as if I were Christ
where the
light is washed up too
and
contaminated.
I belong
to you as to the man
whose feet
I kiss
whose wound
I touch
whose body
I use
for ever.
Poetry originates
in love and ends
in
exploitation.
The
Night Bard
The first
story I ever heard
Was that
of Icarus
Of how
he
Missed
the sun
And how
he fell and sank
Deep in
the sea
Leaving
in the sky the trace
Of his
parable.
And also
of how that flight
Was all
Daedalus’ making, Daedalus’
Plan.
I heard
the story at bed-time
Murmured
in cold indigo depths
Rising
from the grotto
Of my
father’s
mouth
My
confidential
aedo
Turning
on me his vacant gaze
Blinded
by the night gloom.
And I would
know the fire
Burning
Icarus’ wings
As dreams
in adolescence
The splash
of his limbs disappearing
In a blue
chasm
Daedalus
high above witnessing the fall
with a
desperate howl.
Thirsty
I would call for water.
And
in the dark I’d sense
Each crevice
of my father’s face
With minute
fingers.
Bard of
mankind
Father
of lost traces
On whose
chest I would
Place my
ear
To seize
the voice of the unsaid
All the
whispers from the starry branches
Of his
forest
The blood
resonance
In him
that run in me
Like a
deep river.
Testamento
n. 1
il mondo
come disastro
un catalogo
d’ effetti fenomenici
queste
rose che ti appartennero
corpo d’
una diacronia
bocca d’una
cavità d’inferno
Purgatorio
del Paradiso
dei tuoi
contemporanei
gloria
della lingua
e -
dunque - struggimemento
fui il Vangelo
di mio padre
e lui fu
il mio Mosè
praticavamo
il digiuno mortale
mia madre
era la nostra edera
traversai
le acque
delle nostre
vite riposte nelle mani
delle nostre
sorelle
dei nostri
fratelli
sebbene
non credessimo più nella gaiezza
- il che
implicava una divina urgenza
figlia mia
posta in
mezzo
a questa
futile disputa
fiore nato
su una roccia muschiosa
mio negativo
retorico
tu vivi
poichè
sopravvivesti
speranza
di quelli che non sanno amarci
e che noi
non amiamo
in questa
nera Europa
di passati
legami
tu esigi
ch’io non dimentichi
e mai
dimenticherò
fiore, oppure
voce
del nostro
tempo
che
rinunciò
a parlare
che
rifiutò
di ascoltare
che raccolse
tutte le sue cellule
e
guardò
per giorni
gli alberi
invernali oltre la cornice
della fienstra
rosa sabbiosa
in un teatro di parole
abbandonata
alla ragione
e alla redenzione.
"Testament
n.1"
the world
as a disaster
a catalogue
of phenomenal effects
these roses
that belonged to you
the body
of a diachrony
a mouth
onto an infernal cavity
Purgatory
of the Paradise
for your
contemporaries
glory of
the tongue
and therefore
labor
I was a
Gospel to my father
he was
my Moses
we practiced
fastening to death
and my
mother was our ivy
I traversed
the waters
of our lives
which was in the hands
of our
sisters
and brothers
yet we
no longer believed in happiness
- which
implicates a religious urge
oh, my daughter
set in
the middle of such
pointless
debate
flower
on a mossy rock
my rhetorical
negative
you live
since you
survived
hope of
those who cannot love us
and who
we do not love
in this
black Europe
of past
boundaries
you want
me never to forget
I will
keep it for ever in my heart
flower,
or else voice
of our
times
who renounced
talking
who refused
listening
who gathered
all her cells
and watched
for days
those stormy
trees behind the window
frame
sandy rose
in a theatre of words
left alone
in reason
and redemption.
La
vita
La vita
- questa che vedi –
é
il male
posto
ai limiti
comuni
carattere
bieco e
incerto
– diceva un pazzo -
in quei
pomeriggi
estenuanti
d’agosto, misura
- forse
essenziale -
dell’agire
umano – in musica
in scritti
ed in pitture
legge
conformitá
ragione
l’interdizione
[del savio]
ne e'
l'esempio.
Desiderio
dell’auto-annientamento
Ho seguito
una linea
Mai primaria
Tutti i
miei desideri si prosciugano
Diventano
vittime
Ravvio il
mio destino
Come un
pettine
Mi strazia
la strutturale
Somiglianza
tra il desiderare
Del desiderio
la rovina
E la volontà
stessa del nulla.
È
ciò che agognano le masse.