1.
Don Giovanni
2.
Essendo caduta fortemente in sospetto
3.
Così volava il cigno ampio dalle ali bianche spiegate
4.
Quando portano il sacco gli uomini di carbone
5.
È buona regola di sopravvivenza collettiva
6.
Avranno, le tue mani, spigoli d'ombra
7.
Il Santo Padre disse
8.
Non si può continuare così
1.
Don Giovanni
Don Giovanni,
avvertita la necessità di circoscrivere in modo definitivo il
proprio pensiero,
era
tormentato
in modo ossessivo dalla seguente definizione:
“ Le donne
hanno il vantaggio di sapere
com'è
buono il formaggio con le pere”.
Considerando
che questa frase avrebbe rivelato la sua natura, agli occhi dei posteri,
in modo
troppo esattamente circostanziato, preferì attingere alla
propria
cultura umanistica, scrivendo:
“La nave
mia dispiega vele nere
nel
cabotaggio
assiduo alle colonne
d'Ercole
con rosse giarrettiere”.
Subito dopo
la statua bussava alla porta, i colpi facevano rumore.
2.
Essendo caduta fortemente in sospetto
Essendo
caduta fortemente in sospetto la teoria secondo la quale
la
velocità
della luce è quella massimamente raggiungibile
da questa
stessa circospezione si trasse lo spunto per costruire
navicelle
spaziali molto più veloci della suddetta
luce,
cosicché
l'uomo poté navigare gli spazi con maggiore
velocità,
insomma arraffare in altre galassie avendo la certezza
di ritornare
per godere il maltolto, altrimenti non funziona
la magnifica
sorte e progressiva. La terra divenne molto più ricca
di materie
prime, di seconde, di dolci velenosissime spezie.
I primi
voli presentarono inconvenienti. Le astronavi possedevano
incertezze
strutturali, metà snelle di guerra, metà da carico. Si
paventava
la stranezza
di possibili incontri. Alcune trasportavano battezzatori.
Esemplarmente
una galassia si rivelò a prima vista ricca di plutonio.
Venne varcato
il buco nero, per raggiungerla: il terrore muto degli uomini,
il terrore,
si capisce, e poi l'urrah, quietatasi la navicella
sulla
superficie
di corallo, i pugni levati ad un cielo atono!
Gli
esploratori
incominciarono le opere di rilevamento. Rotolò
(fu la
prima scoperta del genere) nelle vicinanze indaffarate una calda
cosa che
puntava con occhi di carruba, lentamente articolando ciglia
vermicolari
sapienti d'irresolutezza. Un uomo toccò la cosa, le vibrisse
si aprirono
e si vide, oh si vide!... L'uomo toccò ancora. La sventurata
rispose.
Nella camera
pressurizzata, la piccola galattica faceva: uh oh
uh oh (quel
tuo uh oh finirà, vedrai, per fare
venire
me pure, disse il capitano della navicella provando
per primo
secondo un improvvisato codice della navigazione
interplanetaria)
e infatti venne molto bene, tanto
che la
piccola galattica fece uuh ooh uuh ooh
sollevando
e poi riprendendo le branchie, soltanto che non smetteva
più,
e allora tutto l'equipaggio si fece avanti secondo l'ordine
del suddetto
codice, e ad uno ad uno la piccola galattica che aumentava
ogni volta
di una sillaba, cioè uuuh oooh uuuh oooh, e poi
uuuuh ooooh
e così via perché non è importante afferrare
il numero
per quanto non fosse piccolo, ma è importante afferrare
il concetto,
e la piccola galattica lo afferrava infatti
molto bene,
però le branchie si spostavano sempre più su
e sempre
più giù, fintantoché il capitano finito
il giro
disse: forse è meglio piantarla lì, oppure mettere il
concetto
nella sua
sede naturale, cioè nella bocca. Sì sì disse
l'equipaggio
animoso,
per quanto dispiacesse un po' a tutti non potere in questo modo sentire
uuuuuuuuuuuuuuuuuuuuh ooooooooooooooooooooh
però
le branchie non accennavano a pacificarsi, e finito il secondo
giro gli
astronauti preferirono abbandonare il concetto, per giunta
asperso
di verde che insomma lasciava un po' così, come tutte le
novità
La piccola
galattica fu raggomitolata e fatta accomodare sul patrio
suolo,
muoveva ancora le branchie, gli uomini salutarono dall'oblò.
Nei giorni
successivi fu un pullulare di tante piccole galattiche attorno
all'astronave,
i lavori di rilevamento ebbero ritardi, subirono inesattezze.
II Padreterno
disse: poi è mia la colpa, poi sarebbe mia la colpa, eh?
Infatti
seguì un periodo storico nel quale i concetti divennero confusi,
qualche
volta piagati, insomma era difficile muoversi con scientifico
rigore
negli spazi interplanetari, finché non venne trovato l'antidoto.
Non sarebbe
giusto trascurare l'aspetto subito positivo della cosa, intuito
da una
ditta import la quale, consigliando l'avvolgimento dei concetti
dentro
un cappuccio di caucciù, ottenne un effetto calmierante sul
mercato:
lievitò
immediatamente in basso il prezzo delle cameriere somale.
3.
Così volava il cigno ampio dalle ali bianche spiegate
Così
volava il cigno ampio dalle ali bianche spiegate, noi
non lo
avevamo visto abbandonare lo stagno: tutti gli amanti si
fermarono,
i guardatori dietro i bossi, alcune spaiate compagnie
di uomini
soli: per quanto candido, l'animale rifletteva
un'ombra
nera, non poche foglie caddero e si fecero male al
passare
di quelle piume: portavamo le mani alle spalle, a causa
del freddo.
Solo un bimbo cattivo lo rincorse, disse “Vai via, brutto
areoplano”,
tentò di colpirlo con le pietre.. Poi, quando il cigno fu
passato,
ritornammo alle opere, ai giorni: un poesia di
venti sillabe
per dieci, ad esempio. Alcuni altri cerimoniali.
4.
Quando portano il sacco gli uomini di carbone
Quando portano
il sacco gli uomini di carbone sopra
le spalle,
depositano il contenuto, fanno un cerchio
così
attorno alla strega legata: la quale sfila il guanto, l'altro
guanto,
la catenina, la spallina nera della guepierre, conduce
la
comunicazione
lungo i binari comprensivi di una corrente
allusività:
(e) dopo, il kerosene riverso sopra il cerchio e il
fiammifero,
tutti gli uomini battono le mani, come
liberati
ridono: allora, quando fu pervenuta alla offertura del
seno, non
fu possibile ritirare la parafrasi, dire
mettiamo:
(ma) non eravate voi, impliciti, per esempio
a chiedere?:
fu allora che faticosamente considerò le fiamme
circoscrivere
dentro la gola tutta la promessa, attingere
oramai
vicine, (e) azzurre, la veste lunga. A onore
degli uomini,
nessuno si oppose all'accorrere dei putti
ricciuti,
lo spargimento di sabbia raccolta dalle secchielle
di latta:
siano (essi) bimbi o creature volonterose anche dette
angeli,
sarà il tempo a dire, espletate le onerose operazioni in corso.
5.
È buona regola di sopravvivenza collettiva
È
buona regola di sopravvivenza collettiva camminare
in ordine
sparso, tastare la terra mossa, così attendere
1'evitazione
delle mine seppellite: sopraggiunto il villaggio
della
resistenza,
noi quanti sopravvissuti una ricompensa
ci ripartiamo
di insaccati, monete, donne tatuate
secondo
i gusti rispettivi, altri vivi animali: (eviteremo
per la
verità, di fare come le altre volte, sopra la torre
dell'orologio
una sospensione del podestà, la lancetta
lunga
nell'ora
fermata lambisce il collo, discende, durante il
dodicesimo
tocco di suoneria completa l'opera lenta
di
decapitazione,
i numeri sono bagnati, la testa cade
sopra la
piazza dove la gente dice: oh oh): questa esecuzione
ci ha causato
come una alienazione di simpatie. Noi
così
sensibili ad una calda rispondenza, così compresi
fidabili,
intorno all'opera intrapresa di civilizzazione.
6.
Avranno, le tue mani, spigoli d'ombra
Avranno,
le tue mani, spigoli d'ombra puntuti.
Li hai
enumerati come grani di rosario.
Con essi
inconsapevole hai trattenuto i voli.
Ho aderito
alle mani come ad un ancoramento.
Ora mi accarezzi
con una acuta donazione.
Mani
così
bianche, tue, io non le ho viste mai.
Ci sovrasta
una ricambievole pudicizia.
Fra dita
così adunche vorrei ricomporre i voli.
7.
Il Santo Padre disse
Il Santo
Padre disse, infallibilmente: anche gli animali
hanno una
specie di anima, rudimentale, esercitano privati
sentimenti,
addirittura forme reciproche d'amore, sono
nella
spartizione
del cibo poco solidali. Era quella
allocuzione
una felice metafora, paterna, lo si capiva
benissimo:
soltanto ci dispiaceva l'espressionismo
della
comparazione.
Solo alcuni accaniti coltivatori
di etica,
tolemaici, paventavano una inflazione lungo
la scala
evolutiva: se fosse opportuno includere le api
operaie,
le popolose colonie di cocchi, gli scarabei.
8.
Non si può continuare così
"Non si
può continuare così", ragiona severo
fra sé
medesimo e noi il curatore d'anime,
chiuso,
che si corrompe a terra ad ogni crepuscolo
che
sopravviene,
urla: "Uomini, considerate
la vostra
semenza e quindi disperdetela, infatti
non siete
nati a questa disperata donazione
d'acqua,
ma per seguire la virtù e la conoscenza".
Eppure,
nessuno segue l'esempio esortativo.
Si preferisce
la voluttà del rischio notturno,
forse per
una pulsione culturale di morte
attraverso
la donazione cruenta del seme
che dà
la vita. L'uomo di cauta manutenzione
sappiamo
che ad ogni mattina guarda l'orizzonte,
fino a
quando fa ombra dal ramo più verde, dove
rigido
il corpo si oppone al sole appena nascente.