VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Marco Musazzi

   
1. O gentili dolci garbate
2. Hai attraversato, hai attraversato
3. Capita nel sonno che la lingua accarezzi ogni dente
4. Udimmo lontano il tuo bisbigliare
5. Vieni anche tu qui allora, vieni dunque
6. Valmaggia, per te si scendeva
7. 19-3-2000




1. O gentili dolci garbate

O gentili dolci garbate
monomanie, cresciute lente
lente coltivate in questo cuore
al suo turgore, labili
parvenze di salute, fughe
leggere tenerezze
coltivate or qui or là
comprate e rivendute
chiacchierate. Oh, sottocutanee
inestinguibili carezze
dolcezze
monomanie.
 

2. Hai attraversato, hai attraversato

Hai attraversato, hai attraversato
questo idioma senza averlo mai saputo
- periodi ipotetici di ogni grado, atti perlocutivi,
antimetaboli, malapropismi e quant’altro -,
hai attraversato, hai attraversato questo buio
sicura fosse soltanto luce.

3. Capita nel sonno che la lingua accarezzi ogni dente

Capita nel sonno che la lingua accarezzi ogni dente
alveo dopo alveo, la consumata corona, capsule
e otturazioni, fatta immemore di quel luogo
quasi altrove fosse da sempre il suo esistere.

Capita nel sonno che d’improvviso un nuovo senso
di me stesso mi sorprenda: più viva e inerme la ferita
del mio esistere, fatta nuda si offre all’insulto
della sua contraddizione e neppure ha parole da opporre
ma un piccolo, privato naufragio senza più scialuppe.
 

4. Udimmo lontano il tuo bisbigliare

Udimmo lontano il tuo bisbigliare
ascoltammo ai vetri erudire
lento, passo passo il penetrare
a queste case, a questo verde
al terso tuo respiro. Screpolò
rotto un grido: ‘Laggiù,
laggiù…’ Curioso contemplare
l’anima dei buoni racchiusa
in ogni tuo cristallo e muto
in te riposare come in un’alpe
lontana, riposare di, in, con, su
per te mentre una voce sfuma
al cielo, confusa al nuovo germoglio
al mugghio breve in cui mi confondo.
Di’, resta, madre morbida
e silente, dolcissima e insipiente
al mio, al nostro piccolo oltraggio.
 

5. Vieni anche tu qui allora, vieni dunque

Vieni anche tu qui allora, vieni dunque,
evocato/a e, come dire, suggerito/a
in un fremito - e duri in esso, ne sei la durata -
che ti taglia gli zigomi e ti cresce i denti
notte e giorno perché possa consumarli,
fingere domani un sorriso d’altri denti.
Vieni allora, ti attendo a questi calendari
ai loro santi, ai vespertini notiziari
nel tuo già non più silenzio, nella tua
già non più innocenza perché tu resista
in questa avara luce che non è buio,
vieni allora, fra molti che avranno
nomi uguali al tuo, uguali parole.
 

6. Valmaggia, per te si scendeva

Valmaggia, per te si scendeva
in una nostra primavera
di scrosci e trattenuta pena
e un verso di cicale cresceva
acuto nelle pieghe, confuso a sera
all’innocente ebbrezza
alla cantilena del fiume
alla via che ignara consumava
la nostra tumultuosa leggerezza
(come il vento la fuga di nubi
tra le cime) e avara insinuava
nel suo dipanarsi lento
per noi altra fine.
 

7. 19-3-2000

Esistete dunque nel nome che vi accompagna
- Aneta, Dragana, Alexandra, Lucia, Abedeush -
ai nostri quotidiani telegiornali, esistete
nel marzo della vostra consunzione, esistete
 dunque nella voce  che vi ripete e dice
- Aneta, Dragana, Alexandra, Lucia, Abedeush -
nel tempo agro del vostro addio e non oltre,
e non prima,  notizia,  cronaca , oh! stupito,
- Aneta, Dragana, Alexandra, Lucia, Abedeush -
fili senza ordito. Amen.


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