Da
: Io Rapagnetta Gabriel
Svanisce
Fiume…
“A chi l’ignoto?”
“A noi!”
“E viva
l’amore, alalà”
chi ‘l tenerà legato?
Dice:
“Sono
… Come! Sapete,
mi
ricordate?!…
“Il Vate”!
Lasciate
: “Gabriel”.
Rapagnetta
D’Annunzio Gabriele, fu…
Dell’Annunzio!
Ho eccitato di me un’èra.
Sviato,
dicono.
Falso poeta
falso eroe soldato
falso.
E fals’uomo… - In Vittoriale! – I debiti
della mia
Capponcina erano schietti,
come i
latrati dei falbi levrieri
la cui
muta dispersi avanti ai sordi
lupi
(ai miei canti).
E schietto
il pianto dell’Oceano, misto
del mio
su dune eterne, su brughiere
che, dove
il sale non essiccò, un rogo
venne
con turbo salso a far cinigia:
i pini
incarboniti (musicali
già
di pioggia, ma altrove, e in altro me):
sol non
tocco da vampa
un avvallo
di vili felci, e ampio,
lucente,
fra quei ceri
arborei
neri: bassura sicura…
Non , come
scrissi, in arcioni: a piedi:
tossivo
fumo e strinavo suole,
palpebre
lacrimose.
Lo schietto
pianto dell’Oceano , misto
del mio
non visto : avevo legalmente
torto (col
retto scherno degli uscieri).
Se hanno
legge sparvieri manieri,
se ha torto
tra gli effimeri l’eterno…
- Oh,
perdono,
mio Dio.-
Perpetuo
assillo , si, d’Eros: ma più
e più
volte schiett’impeto, una furia
d’anima
,
pur se
col disinganno
presto
seguace: e pur pietà segreta
a un falso
obietto
già
adorato
mi trassi
anno su anno
spesso,
col disinganno… indi scattavo
come il
mio Silvano, come il morello Prete
oltre una
fratta dell’agro romano.
Schietta
Eleonora profonda multanime
alle sue
folle, senza mai la maschera:
e troppo
, giuro , con me Foscarina!
Ch’io di
più amai l’irridente monella…
che non
cercai.
Imitatrici
mie: la Barbarella
finanche,
e Sandra: Artemide , men casta
e oh
più
bella
(ma poi
fu solo Maria di Gesù…).
Ed Olga,
che mi si bruciava in Elena
Amiclea:
per le pagine di un libro.
Piacere
, Fuoco : l’autentica pena
che ho volta in giuoco…Meglio,
a mio vero
bene meglio
patir con
te , Maria Gravina ,
amara
partoriente,
assedio e onte,
nella casa
fra campi di Resina
presso
alla lena sanguigna del monte…
O la
schietta,
la pura, altra Maria;
che un
quasi collegiale
povero
si rapiva.
La verginetta
e il palazzo ducale
messo a
rumore da fresca pazzia…
Ma presto
il collegiale ti fuggì.
Oh pei
decennii spina occulta, sposa
orgogliosa,
pietosa, amorosa,
che non
volli vicina. Spina, qui,
spina,
quel tuo spuntato, arreso amore,
vedova
mia.
Tutte l’alcova
esigevan dell’idolo:
canoro:
e minimi doni di canto,
non melica
voluptas.
Che
struggibuco!
che tempo! Scappavo
Nei conventi;
da vero...