Paralogismata
I
Paralogismata
II
Paralogismata
III
Paralogismata
IV
Paralogismata
V
Paralogismata
VI
Paralogismata
VII
Paralogismata
VIII
Paralogismata
IX
Paralogismata
X
Paralogismata
XI
Paralogismata
XII
Paralogismata
XIII
Poemi
per Documento - Sud I
Poemi
per Documento - Sud II
Poemi
per Documento - Sud III
Poemi
per Documento - Sud IV
Poemi
per Documento - Sud V
Poemi
per Documento - Sud VI
Poemi
per Documento - Sud VII
Mariae
Palliggiano
Hymnus
Paraphrasticus
Paralogismata
I
d'onde
il grand'arco suona
(Foscolo)
...e se
alla storia vogliamo attribuire l'inopinato emergere
delle cose
allora è
anche vero che ne abbiamo trascurata
la dimensione chimica
e ci siamo
messi a fischiare motivi automatici
come i
merli in fila sul ramo con i culi spennati.
assumiamo
dunque a saggezza una fascia d'immanenza
in questa
calma temperie,
ci domandiamo
cosa sia:
un bambino,
un cane (Fimóoo, Fimóoo!...)
o cos'altro?
perché
muta il sembiante degli animali.
(sodo es
un sueño) il volto degli animali
che ammette
lo sgorbio orribile e il ripudio dell'offesa
cui finirono
per spuntarsi le penne. e così
siamo portati
a chiederci dove mai siano finite le ferite
del passato
le coazioni
i risentimenti le sofferenze,
quale sia
mai stata la loro parte o funzione
nell'interzona
tra storia e natura
dove
praticamente
ha segnato il passo nell'ambivalenza del pensiero
la
riflessione
introversa, la pudicizia, la grazia
ed ogni
altro tropo theatri o fori o tribus o anche specus
(inutile
certamente il ricciolo dell'interrogazione già disinteressata
alla
possibile
risposta movendosi essa medesima nella semplice glossa del
sottofondo)
così
che, automaticamente, un filo di facile musica, coercitore di falsi
valori,
si rivela
unificatore del mondo soggettivo,
nella
disgregazione
ansiosa del continuo.
-
incredibile!
- si obietterà. allegherò dunque il caso
di Toy,
scimmietta idiota, di cui sorfles: la inquietante dialettica della
forma e
dell'informe sblocca il sensoriale lirico... ecc.
l'idiota
dell'informe dialettica di cui sblocca ecc.,
dove
certamente
si scopre la sottotraccia fluttuante
della
parentela
tra la sustanzia di cose trovate e il gesto semplicemente
vivente
qu'on ne
peut jamais se connâître mais seulement se raconter,
e
subtilità
sensitiva che rende impossibile
il non
mai abbastanza auspicato equilibrio personale.
l'inutile
rivolta compirà i propri estremi sussulti
nei deliri
del vecchio sacco finché non sarà ora.
scriverò
a P. - dirò che non è mai il caso di preoccuparsi
tutte le
volte che qualcosa sembri richiamare
all'interrogazione
della porta.
Paralogismata
II
così:
a colpi di becco sul pelo del liquido
-
circolarità sensibile dell'apprensione.
deve potersi
dire: hic et ubi-tue, nunc et semper
(sognavi prima o dopo?)
forse
rispetti
uno spartiacque non più azzurro, ora, vicino.
o del poro
o del puro o del pero o del paro.
pizzichi
ogni toccata corda della vita anteriore:
ecco: non
è che ombra mentale il misirizzi intorno alla pista
per una
successione di sfere d'equitazione
ove non
potrebbesi anco irrigidire per così poco.
ancora un piccolo sforzo:
tutta la
tintinnante carovana
s'inerpica
per le curve mentali dell'indiscrezione
quindi
alle cinque d'inverno
brancolando
nell'oscurità che sgrana trilli argentini
mugolando
in cercarne l'arresto tra il perduto ed il fiele
orientandosi
il rianimo per riprendere storia
urtando
brancoloni nelle inaccettabili mostruosità del giudizio.
Paralogismata
III
l'antipatica
che si dichiara nata sul pisello
ha creato
un demonio perturbatore del pomeriggio.
anche se piove
e nella
stanza s'annidano i piumaggi della cenere
il
turbiglione
si agita in se per gioco e per non morire e...
l'accendino
è lustro e levigato!
INTANTO
M. rincorre
le coralline anguinali dove il piccolo sudore si rompe in
rigagnoletti
ed L. gioca nella vestaglia dal lieve sentore di giallo
perché
è infelice di aver perduto le palpebre come potrebbe anche essere
per aver
pianto alle proprie spalle e C. ghigna nel naso e fa il broncio
e frigna
pur sapendo benissimo d'aver passato i trenta e che non va
e allora?
propriamente
non saprei proprio visto che -
quindi,
seguire la lena del come viene se
ancora
è il demonio creato dall'antipatica del pisello
che discute
("ma sai") se doversi rompere la disciplina
come il
rullìo viene di là dove
sospende
il timpano alla campagna in parte che diresti
chissà dove, chissà dove -
perché
pur sempre sappiamo dell'intanto
(ce
n'è
sempre uno, chissà bene poi come, ma c'è, anzi si dovrebbe
indagare
perché si esce a parlare dei nemici alle porte o della gatta
guasta
o dell'assolato cataclisma presso i verdi isolotti).
Orbene,
una volta scoperto, attribuiamogli pure la soggettiva origine
scientifica
(così,
tanto, termina l'indagine, com'è di ogni altra cosa cogitata,
ergo
sunt, ma
la summa voluntatum fin dall'uomo di Neanderthal o dove,
diomio,
dove
finché
eccomi qui raccolto
nelle mie mani giunte
e il discreto
abatjour acceso e tuttomiointornoame).
Paralogismata
IV
perché
l'indugio sociale conseguente alle strenue pudicizie
i facili
adeguamenti ed, in primis, l'ars amatoria
ne tengono
il vivere in precaria sospensione
tra
le risate d'obbligo ed il pauroso amore
fin quando
non s'allunghi la rivalsa sull'ingenuità.
e
richiamavano
con scherno a misurarsi incertamente con se stesso
il prof.
preoccupato dall'aritmia circolatoria
tra le
beffe alle sue stigmate ed alle proteste della tenue
orientabilità.
ad esitare
sulla soglia d'inspiegabili cose, a proporre, infine,
il
ragionevole
straccetto degli inutili perché, ma perché,
mortificato,
passando tra le rise insoffocabili di coloro,
starnazzanti una addosso all'altra.
quindi,
inginocchiandosi ai piedi della equivoca badessa
se ne
appellava
alla risibile compassione
mentre
i nervetti instabili della memoria
gli
riportavano
sul volto di quella i tratti della madre
(tra una
testa e l'altra s'era stabilito un campo di voglie sboccate e di
spifferi
negli occhi forati tra gli schizzi delle bave).
così,
brancolando contro i muri o abbracciando l'aria,
vedresti
compiersi la serie degli inutili gesti interrogativi
per cui
si chiede l'inaudito responso
nonostante
il quale si proverà a sedere e riflettere
senza
tuttavia
considerare l'autosufficienza del rettile
e la finale
conclusione sbalorditiva
circa
l'assoggettamento
della volontà ai mezzi per realizzarla.
incontrò
quindi, nell'ordine:
sponda del letto poltrona
per
la lettura del giornale prima di pranzo
seggiola impagliata
tavolino contro il muro
tutto quello
che un tempo conobbe come la metodicità
e la cosa
inconoscibile presentata come concetto.
allora
trasportò in superficie mentale la propria commozione
e nacque
l'arte dell'attore, che dimostrava definitivamente
essere
uno scandalo che la società si fondasse ancora sul tavolo e la
[sedia
avendo rifiutato
l'acquattamento della blatta.
ecco allora
l'apologo:
tenevo
un pidocchietto gelosamente affidatomi a grufolare tra la forfora
del mio
testone finché non gli dissi: amico mio, dato che, come
sembra,
la nostra convivenza si fa ogni giorno più deprecabile,
consideriamo
pure con gioia l'aver superato i secoli fino al XX, in cui
frollarono
definitivamente le macerie mentali. à Verdun: si le sang
sentait
la merde je dois être grièvement blessé. ora
però
dovremmo
andarcene,
visto che nessuno ci piglia sul serio. invece ti dirò:
rimaniamo
pure a vedere le mortificate pupe che dovremo, ohibò,
ritrovarci.
Paralogismata
V
si domandò
perché mai si seguitasse a giocare a calcetto
quando
si era già accettato di orientarsi sotto il proprio segno
zodiacale
o anche
indugiare, benissimo! - ma non altro che gesto figurato
mentre
qualcosa rumoreggia sempre dietro i lobi
non arrivando
mai tuttavia oltre le tempie.
che cosa
intanto avvenga non si riesce a sapere
se non
dal lamentoso snocciolamento di querimonie
che non
da altro che dal disagio del freddo
o da qualcosa
che se pure fosse, in realtà,
troveremmo,
con sorpresa, priva del suo immediato motivo
e il valore
incentivo non ad altro ridursi che a causa occasionale
dove
ésprit
géométrique e de finesse non avrebbero che farci
trattandosi
semplicemente dello strano sincretismo del poltergeist.
Paralogismata
VI
si fa, poietai,
non nascitur, come si propone -
perché
certamente tutto è nell'intendimento operante
dico
nell'intendimento
del dato, alla sua cattura
dopo che
hai perseguito le frustrate mire
nella
coscienza
del - nella libido cuncta supercilio movens,
dove la
carrozza molleggia e par persona
dove tetti
pacati e duomi e guglie e rifiuti
crogiolati
nello scoscendimento mentale, nelle balze e i rattoppi
- senza riposo la continuità del tutto organico
solo
temporale,
interrotta dall'effetto dei numeri immaginari,
nel segno
di iato, la radice permette lo sviluppo
del singolo
coefficiente e dell'intera infiorescenza
non importa
fino a -
nel silenzio succeduto.
Paralogismata
VII
allora Ninì
presenta la sua faccia di gattona
rabbuiata
da qualcosa di cui mi si tiene all'oscuro
mentre
c'è chi va via con gli occhi in tralice sulle tempie
tacendo
dignitosamente le farfalle i fili di lappa
che
vomiterà
alla prima fermata.
così dunque non siamo accessibili
dall'ininterrotto
cantare altrui: XEXtOtOV, ago~§v, £~§0
di cui
si tace perché sarebbe troppo facile.
e chi mai
ha pensato alle nuvole che vide un pomeriggio la mia balia
o all'osso
che ora un cane annusa a Shangai
per le
quali cose non esiste determinazione razionale
insieme
al circostante momento circostanziale.
solo che,
alzandomi, urtai nell'incomparabile nondetto.
Paralogismata
VIII
giema laziosa
dalla testa di grossi topazi
verga il
giallo umore su fogli dimenticati
è
il punto. avvertiamo dunque il contrappeso occipitale
dove non
è che luca, o anche tuttavia anzi - ah! -
e si
arrovescia
per riprendersi alle spalle il proprio spirito o cercare
ispirazione
a ricomporlo (seguiamo fatti e cose senza alcuna coscienza:
un istante
di silenzio lo stimolo e una sua eco, o noi).
ecco come
anche la teoria della Gestalt
per cui
un helmstahl dalle fredde correnti
ci viene
dato per la proliferazione della volontà
pur restando
intatti i corimbi noumenici
laddove
dal centro del determinismo rampolla la dialettica
quale nuovo
umore, superata l'origine degli strumenti
musicali
la fondazione
del tamburo e lo strepito delle crotole,
dove il
toro salta rombando all'ascesi murale
e gli stiliti
Pacomio, Macario e Pafnuzio
trasportati
dalle medesime voglie che avevano da ragazzi.
ciò
ch'è buono a spiegare i crolli in borsa e i rialzi,
gli
infortuni,
gli infarti e gli incidenti stradali
concorrerebbe
in misura non certo esigua
alla folle
edificazione della palingenesi.
ripetiamo
antichissime scene mute e ripudiamo baccanali ed esorcismi
per der
luogo al giusto mezzo di chi assegna la follia e:
- che
t'importa
di quella puttana? - chiede furibonda
(dato
ch'è
a lei cui, in verità, sembra che importi)
e mamma
balena levitante sull'olio finge di distrarsi
per dare
agio ai colombi di tubare astiosi;
fu quindi
data lettura del bollettino a gente cui non poteva interessare
e tuttavia
ne restò atterrita e da parte di altri si trovò comico
il fatto
che l'autore constatava intanto la bontà del sacrilegio
...vivere
sempre piùù... così gridato all'impazzata.
Paralogismata
IX
se le risate
folli nascono dalle palpebre cerebrali
e non
è
che fastidio il folle amore
una volta
ravvicinato alla specola volitiva e,
qual nova
salamandra al mondo, commette l'errore scandito
sulla tenacia
mentale altrimenti detta ostinazione,
stante
la condanna che poté ridurre i rettili ad aderire
sotto il
piedino calcolato, la giunta versata
nelle
infinitesime
regioni del controllo
- dove
si può sempre porre al vertice il semovente
che non
riceva soffio che da se stesso. ma già!
il da-sein
pone il quesito se, ad esempio, possa prescindersi
dalla
inevitabile
presenza circostante
perché,
si dice, è il primo dato di fatto inderogabile
e il
ragionamento
si pone semmai come inferenza
infatti
proviamo a rifare la storia dalle dita
e troveremo
che s'incomincia dall'ansietà delle mani,
il primo
nesso, dal quale finanche la sintesi a priori
che non
fu che fraintendimento del gesto;
e fondiamo
pure la lieta metafora della malizia
finché
l'occhio erroneamente chiamato interiore lo permetta
e consenta
la condizionata quiete del conoscibile
intanto
che l'orchestrazione conceda l'isolamento -
così
il distacco dal centro nervoso fu possibile solo per
abbaglio
dimenticandosi
poi tutti di porre in fornace le crete
e ritenendo
la volizione il principio della logica.
così
pure per la questione del divertimento...
Paralogismata
X
la mano
s'inerpicò non sorretta dalla simultaneità ambientale
- ecco la musicale rottura di coglioni
nella quale
ora riconosco oh! oh! Susanna,
oh! don't you cry for me.
la
piccioncina
dai denti cariati esce dalla casina civettuola
e in mano ha un cestellino
di fresche frutta e fior,
camminerà
pimpante fino ad ammosciarsi
(non è
possibile sostenersi così tutto il tempo del giretto)
ma l'elemento
solido resta la casalinga cuffia della sorellina
perché la mano si organizza
e non si beve più succo di pompelmo
il rosolio
nella cristalliera ha sostituito un lieve pannicolo
polveroso
alla tensione molecolare di superficie -
potrà poi anche piovere
(e, che dice la pioggerellina
che picchia argentina?)
e allora metterebbero calze pesanti
finché
ci sarà un bel pomeriggio lavato
con
gli alberi verdi
i
tetti rossi
il
sole nei vetri -
oh, anche
l'arcobaleno e la ragnatela!
Paralogismata
XI
chi cerca
l'illusione -
chi cerca
l'illusione -
sciocchezze
morte appena ne scoprivi una in viso -
padre del ciel,
levai lo
sguardo a interrogare
il senza peso, consistenza, eccetera -
riportando
sull'equazione la carica degli esponenti luminosi
sul lindore
dell'altare, al tenue pallore dei ceri
la grande
navata marmairei de megas
brucia il tripode d'aromates
tutto per
chi cerca l'illusione.
chi cerca l'illusione
chi cerca
l'illusione
sente
al fiuto il prete, il nobile, l'attore
che sul
punto di morte rifiuterai stancato
con lo stesso ritrarti
cose per
te cose - chi cerca l'ill...
- ohimé la mia testa!
in perdizione
migra l'urto dell'uccelliera
unguento della continuità
bene dell'immanenza
e così
per secoli e miglia.
ci ritroviamo ad occhi aperti
sul letto
degli uomini del cinquemila
a sognare
a turno sotto la morfina
sotto enormi
bolle incubatrici
gli ultimi occhi della terra
avant qu'elle
soit dispersée
le
prospettive
silenziose offrendo il mirabile diorama
(purché
non ci deluda, come la profonda dimensione
scoperto?
con? a? per?
in, evidentemente, ancora)
e riluttanti
ritraiamo la lingua dallo sguaio
lacerati
dalla fitte delle pulci, disgustati dal fetore capronico.
sono soltanto
i troppo giovani ancora così folli
da sperare
la non fuoruscita dal liquido elemento
la materna
conservazione della scatola contro il rovescio delle cose e,
meglio
ancora che il letto di morfina,
consentiamo
alla misteriosa lusinga circa i corpi destri e sinistri,
l'inverso
del circolo e la successione dei numeri
che
potrebbero
anche cifrare camere d'albergo dispari e pari,
tutte le
linee curve dell'universo e, senza guardare tanto lontano,
chi cerca l'illusione, buondìo,
si rifaccia
pure alle cose che ha visto senza conoscere e,
chi cerca l'illusione, vivaddìo,
è
come se cercasse di consolarsi mais il n'y aurait pas de -tuoi,
considerato
il plenilunio
delle mogli e nonostante l'implosiva potenza sessuale
sprizzando
il seme in vitro e son ésprit heroique -
fermiamoci là
almon -
done - ssu - naa
càspita!
davvero non c'è che in!
Paralogismata
XII
oh! certamente
deve ottenersi una liquefazione della meninge
entro cui
beneficiare del fiotto contro le mostruosità, le incompiutezze!
l'inquietudine
è virtù soggetta dei martiri
in cui
si serba fede soltanto a una congiuntura temporale -
un istante
di grazia, di forza, o l'ira del forte.
ritrovai
il sonno per destinazione. non chiederò.
ecco allora
la struttura traballare con pietà
fino alle
estreme chiavarde che si scardinarono
lasciandosi
disseccare intorno scorie di friabile terra.
allora
si gridò ch'era stato scoperto il petrolio
e fu questo
lo scherno maggiore alla gioia circostante.
ora, anche
se traspare, l'apologo schianta,
favorito,
in questo, dall'urlo del succubo proteiforme:
resta
l'allegria
del reato commesso, le compromissioni, i sotterfugi
che
serviranno
a creare le cariche sotto le mete prossime
e tutto
il cumulo gnostico incrostatosi in secoli di lavorio:
non
conterebbe
neppure l'abulica pestilenza
passeggiatrice
dinoccolata tra i rigagnoli e gli spurghi del senso
[compiuto.
ancora
per poco sarò un ultimo patetico donchisciotte della metafisica
poi
lascerò
che si apra la chiusa delle agenzie e dei giornali
che mi
farò portare mattina e pomeriggio -
tutto scoperto e spifferato!
e allora,
incidendo le volizioni e i dispacci della borsa
rizzerò
i peli, farò l'istrice, il demonietto,
salterò
tra quelle cosce nude, in mezzo ai tronchi delle mutile
rataplan-plan-plan
e
tornerò
all'interiezione.
Paralogismata
XIII
tutto si
realizzò nel formicolìo dell'arto.
le cose lasciarono cadere
i nessi
e le sofisticherie: mai l'aporia del barbiere ebbe meno
[significato.
tempestavano
le quistioni intorno ai nomi ma non se ne lasciò
[corrompere.
dopo essersi
indotto allo studio dei sortilegi, dei segnacoli, dei
[pentacoli,
contrasse
l'asma in spiare suffumigi e carmi -
l'intera faccenda traballò nella singultazione
tra il
disappunto dello sperimento non riuscito finché non fu
[domandato:
-
forseché allora? -
eh! eh! eh!
segnacolando allora forse
sulla filza della boia
della boia
della bola
rotolaaa,
come un barattolo rotola
rotola quella barotola (quindi
fischio
della marcia reale eseguito con due dita in bocca e
F I N E)
Poemi
per Documento - Sud I
prima dei
verdi tracomi sotterranei degli antropofaghi ritornati
prima di
cedere alla sottonatante continuità degli ippopotami
e la nera
enorme pupilla si trattenga appena nella palpebra
(mentre
il musetto rosicchia qualcosa di duro e immangiabile)
titillanti
satelliti raggiungono l'afelio d'innumerevoli orbite
e il convesso
del video trasmette molte terga di persone
allontanantisi
verso la caduta a ombrello
(o anche,
e non si sa se sia peggio, per superficie a sella)
da quando,
pieno il cerèbro di scurrili e indigeste dicerìe,
finimmo
col non capire la giovane gigantessa
arrovesciata
sulle enormi cosce
per i nuovi
insperati natali del camaleonte.
Poemi
per Documento - Sud II
dice il
pirata a tale deciso a diventare assassino:
- anche
tu, ora, - dice - una creatura umana! -
il cervello
elettronico segnalò l'impossibilità di formulare una
virgola
[comica
mentre,
da qualche parte dove ci si muova,
la narice
di una donna disperatamente aggrappata
si modula
sulla guancia in un breve fremito e...
Poemi
per Documento - Sud III
maestra
dei falsi suoni, coscienza - una poemessa sostenuta
scali alle
tese quote (ed incerti velivoli innominabili)
forse un
poco bislacca, ma dal preciso riferimento
uno scoglio o la stella.
come ruzzoli
dietro l'allontanata eco.
o maestra dei falsi suoni,
per ostaggi
di catecumeni, nei puberi meati
irresoluta vittima scoscende
alla rupe,
verso il palcoscenico della storia
come i fatti taciuti
e quelli
non sospettati.
o maestra dei suoni falsi,
ai tuoi
violini non resta che la felicità
l'essere
e il sotteso uragano di timpani accompagna
e invade
il mestiere invocato dal folle
dove (si badi, è un lapsus)
si strozza
l'indesiderato compimento del gesto
avendo
compreso la quadratura del circolo
e l'infranto
destino,
poi che ci hai reso edotti
dell'inutile
esergo
fino alla diversa focalità speculare
Poemi
per Documento - Sud IV
ed ora,
brancolando nei vocabolari per oblique significazioni,
le prime
volte, ma con gli occhi già pieni di limo
la mollizie
li tenta, fiorisce la mandragola
e, tu,
amore - siete fatalista?
Maurice
schiacciò la sigaretta consumata a metà
in un
portacenere
sulla scrivania.
(per creare
un po' di scena e prendere coscienza mediante un primo
[piano).
oppure:
il avala/le cuirassé - scalza come una prostituta
vinci gli eroi coronati
sollevi
gli appiattimenti, i contrasti, le malevoglie;
schernisci
il pianto, raggeli l'impulso:
inspiegabilmente,
rovina il tempo a settentrione
ecc. ecc.
Poemi
per Documento - Sud V
intactui
inane
perché
l'effettualità si compendia nelle condizionali volute
fin dove tutto è altro
per
l'implicazione
del furente e dell'abulico
dove facilmente si passa
(che cosa è dire?)
dove
l'elusivo
possesso si concede l'interrogazione preludiante al
ivi il
congiuntivo e lo smaglio di trame infinitesimali/vacuum
[sui.
si scruta
il segno imponderabile, il vizio formale
disarticolato in paratattici ritorni
rileva
l'inefficienza
...perché
non muova foglia
dell'atto semantico
(è
sospetto il perché, dato che è comunque possibile -
estremi
gesti del robot - guardarci dentro)
il lancinante
bagliore dissolve l'incombenza solidificante
ripudio
del limbo - oh, sensibili schermi! - automatico
dove la
dialettica non conservi noi mutanti fino al
Poemi
per Documento - Sud VI
il pettorale
sollievo - ah! - esalato
(oltre la bifora, i campi)
dall'angusto
ricettacolo e le piaghe da decubito
non impiegate
hélas! - in allegoria.
per l'irrealtà del numero
si ritrovano
ruote, un semovente ingranaggio su ciglio della
[carovaniera
da parte
dell'accigliato occhio della meraviglia.
un muro, un motivo fallito
una caduta
oltre il mito
tutta la mentalità, anche corroborante,
il rarefatto
frastuono dei brevi apologhi
nel salterio molto maneggiato
da cui
ricavare la propria dimensione storica
al margine
occhiuto, o silenzio,
nel tuo sepolcro depongo
muta penna, stanca mano
Poemi
per Documento - Sud VII
poiché
dunque lo stronzo monaco ha gocciolato un suo rancido metallo
destandoci,
poniamoci pure qualche serio quesito,
su chi
sia, per esempio, la mamma del sole e
quale il
giorno dello spirito, of the mind,
o, ancora,
come si faccia a vedere col pensiero.
già,
perché abbiamo accettato innumerevoli dati di fatto
non si
sa come e tuttavia amiamo le donne le lucciole e le lanterne,
conserviamo
pidocchi come rarità, isoliamo i nonsensi
e,
affinché
sia possibile prevedere il cattivo e il bel tempo
sorvoliamo
sulla cartomanzia e componiamo cartoni animati
nonostante
per ogni cosa si sia inventato un universo di discorso con
[sue accezioni
e giaccia
in Arabia una valletta amena
dove fu smarrita la chiave di AUR
Mariae
Palliggiano
Vexilla
picta prodeunt,
ficti patet
misterium
quo carne
umbrarum conditrix
adfixit
se patibulo.
Confixit
telis viscera
praebens
mundi vestigia
sed viva
tristi funere
hic immolata
est hostia.
Quae vulnerata
est insuper
rerum mucrone
impervio
nece madente
ut ebria
manavit
oleo et sanguine.
Impleta
sunt quae concinit
quidam
fideli carmine
matrem
dicendo artificis
blasphema
lingua lugere.
Telae decorae
et nitidae
ornatae
extrema purpura
electae
digno stipite
tam viva
membra fingere,
beatae quarum
cortice
pretium
defertur temporis,
cruente
factae corporis,
praedam
tulerunt paterae.
Opus relatum
visui
totum
complectens
paululo,
iucundum
fructu fertili
plaudis
triumpho nobili.
Eia, salvete
sindones,
de passionis
gloria
qua vita
mortem pertulit
et morte
vitam protulit
Hymnus
Paraphrasticus
Pange lingua
copiosi
corporis
negotium,
operisque
pretiosi
quod
in facti pretium
studii
fructus generosi
patet
visui omnium.
Nobis ratum,
nobis latum
ex
intacto limine,
et
in mundo conversatum,
fracto
verbi semine,
suo
more reformatum
novo
clausit ordine.
In suprema
charta plene
aperit
sodalibus
auctor
modo suae
venae
rite in confectionibus;
mundi
fragmina quis bene
tradidit
operibus.
Saxum signum,
librum verum
specie
litterae efficit:
fitque
scida signum merum
etsi
ratio deficit,
ad
firmandum cor sincerum
visus
tactus sufficit.
Tantum ergo
documentum
intuemur
ardui
et
anticum documentum
novo
cedit rifui:
praestent
sensus supplementum
mentis
et defectui.
(1973)