VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Dante Maffia

   
1. Agnese
2. Anna
3. Almeno all’ultim’ora
4. Smagliature
5. Strascico
6. Anticipo





1. Agnese

Mi piaceva mangiare senza distinguere
i cibi, mangiare e basta, aprire la bocca
riempirla , si , anche erbe putride
violette appassite, tozzi di pane duro
e naturalmente marmellate di mela cotogna
di ciliegie e di pesche. La mostarda
con le foglie di carruba, hamburger,
noci. Ma volevo mangiare
anche la scalinata della cattedrale,
gli orecchini di Cinzia, quelle gru alte
dei cantieri: se solo avessi avuto
denti così forti da spappolare
acciaio e cemento. Perché mi trovo qui?
Per il mio desiderio
che non ho mai attuato . Ma non
ho più voglia di mangiare,
mi piace, ora, ascoltare la pioggia
cadere e immaginare la terra
come un’immensa vagina che prende
prende senza sfregiarsi
senza sanguinare.

2. Anna

Non riesco a staccarmi, non riesco a uscire
da quel tunnel buio che però faceva intravedere
le fitte trame dei sogni e sentirne il succhiare
frenetico : sangue che sgorgava da chissà
quale fonte inesauribile germogliava
fiori appassiti. D’allora non riesco ad avere
la stabilità necessaria, mi sento immersa,
sempre, in una pozza appiccicosa
dolciastra filigrana, schiumosa abitudine.
Vorrei soltanto sapere chi mi ha condotto
-senza preavvisarmi – in questo stato. Ed è inutile
che mi scatenino contro la balena, inutile
che m’infilino suoni bugiardi e smaniosi
nelle orecchie. C’è una verginità in quel sangue
in quel sapore in quell’odore,
che m’inebria mi fa sentire
la vita e le mie mani non appassiscono
nella putrefazione. Forse non voglio staccarmi,
che ne dici? Sono totalmente posseduta
dall’evidenza della verità che non m’importa
se resterò inchiodata alle imboscate
di inviti, alle carenze degli acquazzoni.

 
3. Almeno all’ultim’ora

Dimmi come mi vuoi, ruberò
Alle piume la leggerezza,
alle rondini il guizzo, al mere
la sua dolcezza.
Guarderò coi tuoi occhi
carezzerò con le tue mani
vivrò la tua pena
Ma all’ora stabilita
fammi essere soltanto me stesso
a tu per tu con la iena.
 

4. Smagliature

Insinuazioni del tramonto
rimuginii di nuvole: un regno
d’orli di nodi scintillanti
nella vacuità d’un baleno.
Ma quanti furono i deserti
quanti saranno?
Un’insidia di foglie rovina
non sa coagulare
il senso, trascina
in balbuzie lunari e dal pozzo
escono rospi gonfi remoti.
Api regine prive di corteo
piegano un ramo si spezza.
Ti chiamo, duole
rincorrerti tra lavatrici smesse
televisori abbandonati.
 

5. Strascico

Impossibile cancellare
immagini e parole,
insistono petulanti a fare compagnia
per paura di smarrire
la destinazione. I fiori gestiscono
l’aria, i colori pretendono
di diventare parusìa.
 

6. Anticipo

I venti ammuffiti nei recinti
le dita allungate
verso imprendibili reattori.
A chi apparterrà poi eternamente
la criniera del cavallo in corsa,
il profilo della montagna?


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