Letania
per Emilio Villa
e la femmina
s'accorse e l'uomo
e s'accorsero
che loro erano nudi
e così
cucirono foglie di fico
e così
la campagna produsse spine e gramigna e spine
e così
le stagioni tra labirinti di erbe e barbe
per le
cicatrici delle rose le demenze gli affanni
le ingiurie
consumate le bufere i fragili riverberi
un verbo
confuso per le bambine tra le righe ormonali
e le angosce
di tane carnali
così
che chi ti abbraccia ti trafigge
scava ed
incendia tra roghi e rughe
il cuore
magro si brucia nel brodo nelle frange della cute
risveglia
la salamandra cieca dormiente
nel fuoco
che morde ora
quest'amore
rovesciato sgravato di concimi
erede di
insonnie farfalle e mosche sulle pareti
una rete
che orienta le pupille con la brezza del niente
riflessi
da dimenticare da tenere nella penombra
sulle timide
tinteggiature e già trema di vertigini
questo
cielo
raggrinzito
nell'enigma del suo colore
vulva di
sibilla animata dal tremore sonoro
e dolo
per le rondini in volo vulva di sibilla alata
che tramuta
la sua fortuna in questo giro di lune
ecco ora
l'urlo del cuore tra queste rime
aggrovigliate
e quasi
dimentico di essere un poeta per trovare
un passaggio
un giaciglio in questo silenzio
che serpeggia
nella gabbia del ragno che gioca
vulva carnale
si carezza serena
con il
vento con le nebbie si molesta con severe
sciabolate
si veste
si sveste con i lividi lidi coi nidi di bestie
impaurite
un amore
un delirio corroso nelle crepe di una
prudenza
ingegnosa femmina
che si
bestemmia
il
pellegrinaggio
dell'ombelico con il coraggio
dei reggicalze
e le
circostanze
le tentazioni alluvioni
irrigazioni
nei salotti pop?corn e gargarismi spirituali
e 'mbriachi
singhiozzi recitati ai telefonini cellulari
paradossi
ventilati a più non posso tuttavia
ancora
elementi di vita nella concimaia
della
matematica
dove una cruda anatomia
di grano
e cervello e memoria di abbracci
come una
merce
esotico
gottoso medesimo cibo di sesso
a dismisura
confinato
nel proclama legale una orchidea
magnanima
che passa tra i denti di una battaglia
quasi un
transito storicizzabile un terrore moderno
per un
phallo onnivoro adorno di poesia diplomatica
è
così sia
un grembo
rovesciato
e senza
stagione
un
corri?corri
dietro
con il
cordone ombelicale penzolante
così
sia questo amore-delirio
che si
chiude nella gabbia e che serpeggia
così
sia per la femmina ed il fico
per la
campagna bagnata di gramigna
per le cicatrici
confuse tra le rughe così
sia per
il cuore magro
e per un
brodo carnale che si paga
con un
livido di silenzio e
con una
poesia diplomatica con una assenza
così
sia per la prima volta
una volta
ancora e poi per sempre e poi bast