Non
inseguire, impervio mio respiro
Perché
tu hai vita, ma sepolta giace
Tutto
in te leva sfinimento
Luna
mi hai insegnato l’eterno e la parola
Di
nuovi silenzi, di un più chiaro gelo
Smorzati
esistenza: impervio cielo
Vulnerata
da tutti i venti
Non
inseguire, impervio mio respiro
Non inseguire,
impervio mio respiro,
il cielo
l'albero esistenza:
ferma respiro
ferma la tua corsa
muovi
soltanto
poi dismembra al verde
intenso
d'erba che ti fu negata-
al più
presto negati al dissenno
soltanto
luna attendi
di fredda
luce sguardo
se in me
costretta ad abbracciarti
di notte
in notte lenta ed implacata
divorando
si leva la parola.
Perché
tu hai vita, ma sepolta giace
Perché
tu hai vita, ma sepolta giace,
mio amore
distorto mio ramo disseccato
dove
d’incausto
verde fame stride:
vorrebbe
gettare, ma non leva
penetrare
sconfiggendo il legno
e non azzarda
poi silenzia
a radi
frammenti di luce
che bianco
di materia in eterno
discaccia
dal ritorno al primo grembo:
coltre
di neve che bianco ti possiede,
madre che
inerme ti ha gettato.
Tutto
in te leva sfinimento
Tutto in
te leva sfinimento,
aspro mio
corpo indegnità di cielo,
pure talvolta
tu mi davi luce,
luce ti
pervadeva strana intermittenza,
di ambiguo
chiaro e quella fredda luce
incaniava
luna dissetarti:
mentre
sfibra di verde il mio respiro,
solo erba
cerca in eterno negata,
erba negata
a eterno
se ogni
linfa scuote sferza di Caino-
anch’io
caina,certo,
marchiata.
Luna
mi hai insegnato l’eterno e la parola
Luna mi
hai insegnato l’eterno e la parola
di scabra
pietra,di albero e roveto
quando
di solo grembo e solo per il grembo
di fame
gettavo la mia scelta-
ora ferro
che incide grembi la poesia.
Di
nuovi silenzi, di un più chiaro gelo
Di nuovi
silenzi, di un più chiaro gelo
risalimi,
anima, rigenerati.
Ed anche
a te silenzio,depressione,
perché
rade luci che si levano
non
sperdano,ostinate
inseguano esistenza,
e continui
il nostro sguardo disfrenando
oltre bianco
dissenno di un mondo,
eterno
grembo che livida ti cerca,anima-
e
silenzio.
Smorzati
esistenza: impervio cielo
Smorzati
esistenza: impervio cielo
distorta
chiarità ambigua luce-
se qualche
valore ha quel mio sguardo
guardami,Dio,guardami
adesso,
perché
di tenebra imprevista
si leva
sera e di un tuo sguardo
mi morde
fame incalza:
luce da
luce sia tuo sguardo
altri grembi
muova forse altre voci
un nuovo
modo di leggerti,mio cielo,
che fendi
scatti di una luce cruda.
Vulnerata
da tutti i venti
Vulnerata
da tutti i venti,
a gelidi
raggi di luna e grembo offerta
oscurati
anima che vuol rubare il cielo
nasconditi
perché ti'insegue
disperso
fuoco la parola-
ti colpiranno
a raffica scintille
in te levando
di più oscuro morbo
di nero
scraterando dove un tempo
era intatta
tua limpida,sostanza.