Vengano adesso gli anni a
discolparsi
Le
teste le vogliono tagliate
Noi,
generazione
Se
c'è qualcuno che ci ricorderà
Ecco
e fatto ed un gesto
Uno
dei punti di rottura
Le
nostre amiche
Se
io fossi capace
Il
mio discreto stato di sofferenza
Dei nostri sforzi di prestigio
Vengano
adesso gli anni a discolparsi
Vengano adesso gli anni a discolparsi
apparsi sul
finire nel crescendo
discendono
nell'ombra,
ora, ci dicano
dove sono
finiti
perché
ci hanno lasciati
soli
…a noi
che li
avevamo osannati
cantati
anni
anni traditori
di trascorsi
vissuti
temuti
belli venuti
ora ridete
sciocchi
ed
occhieggiate a noi
lievi,
più piccoli noi
che ci
lasciate indietro
e voi avanti,
venite a
discolparci
Le
teste le vogliono tagliate
Le teste le vogliono tagliate
queste teste
alla testa
e noi
colpevoli del sangue
ci vogliono
ci hanno
voluti sempre
come gli
esecutori
e poi e poi
che dicono
“voi, la
violenza
voi, la furia
cieca”
Le teste
sempre pesano sul collo
di quelli che
le portano
ma non sempre
di quelli che le
tagliano
Noi, generazione
Noi, generazione
sconfitta
ci ride la
terra sotto i piedi
ci ride,
ci rode e corrode
le viscere
e se ne ride
degli idealuzzi
nostri
idee
d’idealisti
già
pieni di isti
i moralisti
vetero
comunisti
gl’isti che
ci trasudano dai
denti
dalle gengive
e mascelle serrate
dalla rabbia
dalla rabbia
d’essere
sempre i primi
e d’arrivare
ultimi
e mantenerci
eternamente
identici
unici
dispersi perfettamente
soli
Se
c'è qualcuno che ci ricorderà
Se c'è qualcuno che ci
ricorderà
come,
ma come
lo farà
aprirà
i nostri quaderni
trovando
parole e piccoli pezzi
che ci
ricordano un poco
e da lontano
e noi, allora
c'eravamo
ma ora
ora
chi ci ricorda
cosa ne
troverà
di noi
di noi che
non ci siamo
e parliamo
dai fogli
e dai ricordi
e le date
fissate
senza lo
scorrere del tempo
il tempo che
a quel tempo
correva
trascinandosi
i giorni nostri
e le ore
e formando le
vite che scorrevano
e correvano
al fondo e poi
e di noi
chi mai ne
parlerà
Ecco
e fatto ed un gesto
Ecco e fatto ed un gesto
cristallizza
in sé stesso
la vita
assoluto un
futuro perenne
in un gesto
di un attimo
di un attimo
di non pensiero
senza
pensiero in un movimento
senza ragione
ragione come
quella che fa ragionare
pensando e
muovendo ed agendo
avendo
pensato al significato
all'esito
al gesto
perenne che resta che
marchia
durante la
vita
che
può essere il solo
futuro che abbiamo
Uno
dei punti di rottura
Si dice
Uno dei punti
di rottura
Si dice
"E' la guerra"
Si, la guerra
ormai
armi puntate
bombe lanciate
Si dice
"Corpi feriti
genti ammazzate
città blindate"
Unica massa
omogenea grumo di
sangue
e germe
orribile e informe
visto da qui
troppo vicino
da qui
tutto ci
appare
Da qui
non
distinguiamo gli occhi le
bocche
le facce
la fame
Quella
è
troppo e
troppa
e non sa dire
"Quello che
dico accade per davvero
e la finzione è identica"
Parla la
Storia
e non ci dice
niente
Le
nostre amiche
Le nostre amiche
le amiche
hanno fatto
le amiche
hanno avuto
dei brutti
matrimoni
Le nostre
amiche
tristi
le rivedi
col sale
sulla bocca
ti raccontano
dove finiscono,
le nostre
amiche troppo pronte
ridono poco e
non piangono mai
Eppure, le
ricordi,
sempre sempre
a piangere
dei loro
amori,
le nostre
amiche hanno le facce
giovani
quelle quelle
di prima
le nostre
amiche
sempre state
sole
le nostre
amiche
sono solo sole
Se io fossi capace
Se io fossi capace
d'infliggermi
le pene corporali
se io se io
se io se
Non diciamolo
mai!
che per
sfuggire a
le pene del
cuore e della mente
per sfuggire a
le pene
quotidiane
ai conti da
pagare
le quote da
spedire
i soldi da
contare
i conti da
saldare
i soldi i
soldi i soldi
i saldi di
cose non spese e
non comprate
io potrei,
sì potrei
o lo vorrei
e la fine
infinita
prenderei per
me definita
e finita
a chiusura di
questa clausura
che
m'infliggono e infliggo
medesima a me
io potrei,
non potrei
separarmi
dall'orrido ignorandolo
non vorrei
calpestandolo
colpire il
mio piccolo
eppure
qualcosa si deve pur fare
avvenire!
Il
mio discreto stato di sofferenza
Il mio discreto stato di sofferenza
mentale
m'impedisce
di potere
lucidamente e
consecutivamente
pensare
logicamente
portare
avanti un'idea
che da qui
parta
e lì
giunga
e la si possa
trovare poi
intatta
per averla
seguita nel percorso
irto si di
difficoltà,
ma piano e
sereno
suffragato
(quanto
suffragato!)
valido di
testimonianze,
con solidi e
tenaci
appigli.
Vagano le mie
idee
bersagli
spinti dal caso
colpiti a caso
e a casa
nel mio nido
talvolta
tranquillo
dove la
rabbia si scuote
silenziosa
nei nostri
gusci
o poco
più in là
in aloni
che a stento
rimbalzano
dalle nostre
persone.
Le idee
suggellate nei nostri
cervelli
sono come
perdute
inefficienti
e inefficaci
perdute al
pensiero del mondo
e ci perdono
noi
sprofondandoci
in ansie quotidiane
ansie che ci
avviliscono
e ci umiliano
un poco.
Dei
nostri sforzi di prestigio
Dei nostri sforzi di prestigio
per
mantenerci ai vincoli
del mondo,
dico dei miei
almeno,
resta la CALMA
che non
s'àltera
altèra
del controllo
su di me
faccio da
sedativo
o da
analgesico
appena tutto
attorno
un po' sereno
possa
sembrarci-brarmi
brani e
brandelli meno male
mi facciano
meno
lacerazioni
mi producano
e anche te di
riflesso
per compenso
di proposito
a te proprio
proprio penso
che il tuo
dolore non
mi punga
e non mi
ammali soprattutt'i
mali che
già
mi sento
addosso
e che
strapparmeli vorrei
se posso e di
do…
nO, che nOn
voglio dirlo
nella noia
della ripetizione
ReiteRaRe mi
fa
mi fa gran
male
e già
la calma salta
recupero la
FACCIA di SostegnO
quella che
quando
basta che la pensi
mi riconnette
ai vincoli
di cui poi vado
a brani
analgesici riflessi
mai
punti dalla
noia
per compenso
di tE
è a te che penso..