Rimpianto
Politica
Sterrato
Firmamento
Punto
a croce
Manifesto
L'attimo
lungo la costa
Disinvoltura
Immemori
Ponto
Eusino
Messaggero
Un'incursione
Sterrato
Il
tema della festa
In
sospensione
L'allungo
Cattività
Rimpianto
E poi non morimmo giovani,
invincibili
sotto le mura, sterminando
nemici;
ci fu
indicato il ritorno, la
morte lenta,
sfogliare
ogni minuto odiando
gli uomini
che inventarono
la vecchiaia
e il rimedio.
Amammo il
dono e lo spreco,
lo sperma che
inonda, la corsa
inseguendo
carne tenera, addentarla
e sputarla
via satolli.
Osammo
il perfetto
andare accapo.
Politica
Grattare i manifesti dal muro
non serve,
sei venuto un
giorno dicendo:
"non
sarò mai pronto per
vivere!"
e nel
frattempo dissotterravi
l'ascia di guerra
avevi
individuato il nemico,
chi spacciava
il rimedio a
buon mercato per
la vita.
Non
c'è storia che ci
consegni a noi stessi
o la
differenza da dire, ma
l'evidenza
assoluta del mondo
la strada
davanti al portone,
l'aria calda
che sfiora il viso…
attraversarla
e respirare.
Sterrato
Scorciatoia infinita per la vita
è
già vivere, girarsi
indietro
all’improvviso
per sorprenderla:
“non essere
scaltro, anche se
non te la
caverai con un ‘grazie’,
con la rosa
multifogliata
che fiorisce
nel cranio sottoterra.
Raspa e scava
sei chiamato
in causa!
Mangia la
terra sotto le unghie,
impastata con
il sangue
che tenevi in
serbo
per l’inverno
definitivo,
sprecalo
in questa
estate senza tregua.”
Firmamento
La precisione inaudita del vento
ci
separerà le mani, sarà
un nero sonno
ad
incatenarci le palpebre.
Ci fu un tempo in cui volesti
la fine delle
coccole, delle
mani
calde sulla
faccia, dello sprofondare
tra i seni,
del trattenere i
capelli
tra i denti.
Desiderando la precisione
del pugnale
nella carne, gli
occhi
di lei,
indocili, le mani indicanti
gli annunci
siderali, quel gelo
diviso in
due, l'elemento alieno.
Ora non abbandonare questa mano
che è
terrestre.
Punto
a croce
Giunti al punto di non ritorno,
tirammo un
filo a caso
attorto
intorno al dito
attenti a non
spezzarlo:
"non
voltarti…offri il mento
a questo
eterno presente,
alla
ripetizione di gesti
che rammendano
l'irrimediabile
spacco".
Manifesto
Nell'angolo della strada la memoria
non mendica
il passato, ma
stabilisce
una distanza dalla
conta
dell'inizio.
L'estraneo
brucia gli
attimi per questa
gloria
eterna e
finita.
L'attimo
lungo la costa
Ricorda il verso che mi dicesti
una volta "rosa,
selvaggia
rosa" o come ascoltando
l'ultima
lezione
dell'anno…"ma già
indimostrata
da sempre
è la tautologia"…ed
a noi tocca solo
riconoscere
ed esserci, questo
è il
confine che ci diede
respiro, nel nome
capitatoci in
sorte. E tornano
ad
intermittenza le strade che
descrivono
questa vita:
il Corso che si
srotola in una luce
estiva e
questa piazza, dove
sagome non fanno ombra
all'imperversare
del sole…e…tutti
i luoghi sono
lo scoglio
dove un ragazzo aspetta
l'onda
più alta.
Disinvoltura
Per Lella
Vedere, ancora, l'offesa recata
dal suo corpo,
il gesto di
chi è sano
e non può nasconderlo,
la gioia che
si incarna in quest'eterno
presente,
l'evidenza di
ogni passo
l'abisso
scavato ad ogni istante…
incolmabile.
"Osservo le cose da un'incredibile
altezza,
tutto
è piccolo come la
polvere, come un granello
di sabbia:
questa casa,
questa strada,
il mondo."
Così disse, nello sguardo
il ricordo della sua bellezza
la foto
scattata sulla barca
in cui altera
guardava il mare.
"Ecco la ferita, i punti che cadono,
'questa' non
andrà via,
se non con me.
Non
leggerò mai quello
che scrivi,
per me…per me
resterai sempre
l'idoletto
seduto sulle
mie gambe ad indicare
le cose" .
Si, però, queste mura disadorne
non saranno
rimarginate dalle
tue
tele
barocche, dall'alternarsi
dei pieni e
dei vuoti.
"Non ricordo quando siamo entrati
nell'incubo.
Ho rivisto la
foto,
quella della
gioia…
dove
sorridevo, in primo piano,
sulla spiaggia
poi
esalammo
l'ultimo respiro,
le ossa
spolpate in un mormorio
…il giorno in
cui non tentammo
più…
………………………………………………
ti prego,
non guardarmi
invecchiare."
Immemori
C'è chi chiese a un dio
se tutto
questo fosse necessario,
se
ogni strage
fosse una nota
a piè
di pagina, se ogni
anello
della catena
scendesse sempre
più
giù nell'abisso,
se solo il cielo
fosse
più grande di un
bambino.
Ora io questo
lo chiedo
alle pietre.
Ponto
Eusino
Prepareremo una perfetta ecatombe
per il
viaggio sul dorso del
mare negro,
sarà
l’eco della sabbia
che scorre in palmo di mano,
sarà
l’annuncio dei giorni
passati che ritornano
in
contrazioni cardiache sempre
più rade,
sarà
quell’unico battito
che ci prese seduti
in veranda a
mangiare e bere
in silenzio,
quel tenersi
le mani incrociando
le dita,
svegliarsi
sudati in pieno pomeriggio
lontani dalle
due sponde del
giorno,
sarà
la zattera disalberata
che vaga
muta
a non
chiederci conto di questo:
saremo noi.
Messaggero
Quando ti avrò in disparte
a suonare e
piangere
e poi a
mangiare in silenzio
ti
chiederò
un gesto
oltre il destino:
calpestare il
selciato
satolla…
e guarda la
pietà
della veranda,
la balaustra
che ci protesse
dai fuochi in
città, la
calma
delle strade
viste dall'alto
e poi
le urla che
si inseguono tra
le case.
E adesso
sappiamo cosa
fare,
stendere i vestiti
che il
messaggero indossò:
"se porto
cattive notizie
ricacciami
indietro
senza
pietà!"
Un'incursione
Filtra
la luce dalla
porta,
nella stanza
del ragazzo, adesso
anche lui
può essere preda
come chi
è stato braccato
per una mira
precisa
o per un
caso, per questa spada
sguainata
dalla gola, e noi,
aperti e
fecondati da un nome
datoci in
sorte, siamo
il furore di
una mente affilata
contro il
cielo.
Ma gli
scomparsi hanno ancora
giustizia da
chiedere
ad un foglio
o all'evidenza di
questo muro
dipinto a
calce. Rimarrà
la bianchezza
e questo
graffio che la incide.
Sterrato
Scorciatoia infinita per la vita
è
già vivere, girarsi
indietro
all’improvviso
per sorprenderla:
“non essere
scaltro, anche se
non te la
caverai con un ‘grazie’,
con la rosa
multifogliata
che fiorisce
nel cranio sottoterra.
Raspa e scava
sei chiamato
in causa!
Mangia la
terra sotto le unghie,
impastata con
il sangue
che tenevi in
serbo
per l’inverno
definitivo,
sprecalo
in questa
estate senza tregua.”
Il
tema della festa
Si stava acquattati
in scheggia
di sasso nascosto
il cielo,
ogni gesto rimane
scalfito
nell'aria. L'attonito
sguardo
dell'uomo conferma
la spina del
fico comparso
di nuovo ogni
estate, nel giorno
che si
congeda ogni volta
un po’ prima.
Le mani erano pronte
a far festa,
come se ogni attimo
fosse
più
nuovo. C'è
chi raccolse questi frutti
molli e
polposi anche per noi
e il meriggio
si apre
e ci sfiora,
mentre ogni cosa
ritorna
in sé
stessa…con amore.
Questo slargo
apparso una volta,
per sempre.
In
sospensione
Sull'orlo
del luogo si
muovono passi lenti
e si ripete
ancora il circolo
dell'assedio
a questa finestra
come al
confine dell'iride e
ritorna
il pensiero
all'irrisolto del
cielo
guardato
dall'ultimo molo. È
per te
amore, questa
voglia furiosa
di slanciarsi
nel vuoto di
un sibilo, che affila
ogni gesto e
acuisce i sensi
di questo
tentare fino
al penultimo secondo…
e…la mente
ancora
atterrita dal primo
urlo del
cielo.
L'allungo
Nella successione precisa dei
passi
gli appoggi
erano lo
slancio, la sospensione
la conferma.
Il rigore del
selciato unisce
i passanti
all'erba
nella fessura, la goccia
di sudore sul
volto traccia
questa linea
del pensiero, la
gloria
dei mortali.
Traslucido
sguardo del
mattino,
taglio netto
del viso, stinco
cruda purezza.
Cattività
La lotta
contro
l'allusione di uno sguardo:
bambini
fermano
l'emisfero con un dito
e indovinano
una
città. La certezza
della luce
che ritorna,
sempre
di nuovo, il
rapporto di forza
in difetto…
in eccesso,
come l'asse
inclinato di una
vita: aggiunta
sottratta. La
voce
chiama a raccolta
e le gambe
cadenzano una
distanza, sottile
si affila una
nota. Vacilla
membrana
incrinata, come la crepa
un filo
si spezza
e tace ogni
pietra.
Smalto, scheggia
deglutita, lo
spiraglio di luce
nella gola.
Il taglio della carta,
un giorno
l'infinitesimale
grano si strozza
la clessidra
spezzata ad ogni
istante,
acuminato.
I labbri
si chiudono
su di una voragine.
Si oppone pulviscolo a pulviscolo
e il mulinello
del dito prosciuga un'attesa
e adesso in calma
e nudità
anche il terrore
si fa cristallo
e gelo di una forma.