1. Anime e sogni
2.
Internet
3.
Luce da ognuno,
a tutti
4.
Sorveglio l'acqua
5.
Già che
corre la vita
6.
Parlare come
nascere
7.
Nomi per un'isola
8.
Un viaggio un
sole una luna
9.
Canto di una
conferma
10.
Ti ho disegnato
un seggio
1.
Anime e sogni
Oggi è tenace intorno a
me
s'avvinghia
mano del
mondo tecnico
a oscurare
- e rido
mentre combatto tutto
questo silicio
senza elmo
né Sancho al
mio fianco -
a oscurare
quel
tintinnio che scuote, al
mattino
velo di
margherite
e nacchere e
tamburi, come un
avvertimento.
Proviene
dall'ultimo
sonno che ci consolava.
E' di giorno che dormiamo davvero
saturi gli
occhi del pulviscolo
di lenzuola
automatiche
pieghe su
pieghe inerti
copriamo la
sorpresa
dei voli e
delle luci
- non ci
basta -
vorremmo
la
visibilità globale
corone ed inni
se pure ormai
è difficile
nascondere
la
contrazione in viso
e quella ruga
oscura in cui
l'innocenza
s'annega.
Non sappiamo
di vivere
solo la notte
Ipotalamo
spoglio del rumore
di fondo,
concitazione
e orgoglio.
A tratti
emergono
quei voli,
quelle luci
Vogliamo solo
briciole
di paleolitico
parole anche
non dette
la mano sulla
spalla:
uno- sono
qui, t'accompagno-
due- aiutami
a guardare -
tre- danziamo
tutti, a turno
-
E tutti
intorno danzano. Insieme,
anime e sogni.
2.
Internet
Lumecchia al buio, quatto,
un gatto che
amministra *
velocità.
Accanto
sgomitola una
rete,
la rosa del
deserto
di ieri,
luminosa
acuminata di
lontananze
avida di
domande
Moltiplica le
facce all'infinito
abbraccia
perfino i labirinti
rivela ogni
angolo in sito
Sei sincero, fratello?
Già mi
parli
Domani sarai
perfino caldo-virtuale
ti
potrò toccare
Purché
tu sia sincero
non si disfi
la tua maglia
benefica
lanciata
incontro al mondo
Purché
tu corpo-mente
liberi dal
desiderio di possesso
Purché
tu in pace esatta
con te, con
l'altro, con l'altrove
Il mondo vibra
in trame
parallele
risposte alle
costellazioni
Un senso in
basso,
per la
domanda sospesa,
dondolante.
Non esiste
pericolo di
caduta mortale
Di sotto
c'è la rete
3.
Luce da ognuno, a tutti
Scorgere, dopo una notte docile,
imprevista
su Jorge luminoso
luce da
ognuno, a tutti
Dopo anni
rabdomantici di sete,
in ogni voce,
anche minima e oscura
riconoscere
fiori e radici d'anima,
il profumo
ricurvo di bellezza
Come rischiara l'ascolto del tuo
polso
unito al mio,
se vola
in catena di prolungabili sussulti
a svolgere
dal pozzo corde avviluppate
in salita
leggera di parole-carrucole,
in carezza di voci
- il fondo
genera fango inaspettato,
a volte -
La più
insensata invidia
quella
delle parole
Luce da ognuno, a tutti
A scrivere di
frutti disponibili,
d'ali a librarsi
sono la terra
e il cielo, in
fondo
Noi, dita di
sabbia e nuvole,
soltanto
Mentre
già corrono
i giorni
finiti e la memoria
A librarsi... Sì, su un
libro, a volte,
si diventa leggeri,
come foglie
estreme, consapevoli
dell'imminente volo
Vite sottili,
in altalena
d'ombre
irrisolte
e luci ferme,
generose
S'accendono i fogli, a volte,
per la luce
i
prolungabili sussulti
a svolgere
dal pozzo corde avviluppate
in salita
leggera di parole-ca
4.
Sorveglio l'acqua
Sorveglio l'acqua. Imparo
come si
evapora,
come si
abbandona l'esuvie.
In un angolo
il mucchio:
il sale della
vita - l'acqua
è ironica -
Il dio dell'acqua saggio
ondulava in
serpente
allevando le
spighe
e insieme i
pesci
E ignaro, in
petto, anche l'uomo.
Tecnica, che
solo un dio padroneggia
,
ma che esclude
perversioni
di plastica.
La sapienza dell'acqua
quando imperla
la
fronte per timore,
prima di
commettere,
prima di
parlare.
5.
Già che corre la vita
"Soy
ombre: duro poco
y es enorme
la noche"
Octavio Paz
Già che corre la vita,
scelgo una
corsa semplice
Perchè
tutto è
accaduto
semplicemente
Un soffio
come d'aria
che trema
Poi solo
un profumo di
menta
Felicità di andare
coi
sandaletti nuovi ritrovati
Fermate
dolci-amare
abbacinate
sull'incavo
di una guancia virile
Correre ancora
gemmare
scontrosi rami, non importa
Importa
lasciarsi
contagiare dai pensieri,
parole
disvelanti
su pagine
rubate a mille notti,
rivoli di un'
epidemia
scesi a
tracciare l'anima
Al capolinea
ho salvato
gli stracci più
preziosi,
poche frasi e
scarne,
capaci
di guidare il
destino
Ora so
riconoscere i miraggi
Ora so
arrendermi
alle ombre di
materia soffribile
Non temo
altri giochi
brutali
e cammino
Un cammino
placato
Siamo in tanti a scendere
offrendo
mantelli ininterrotti
di fuochi e
solitudini
Gli orli
son ricamati
di domande
6.
Parlare come nascere
Voce che inseguo da più
notti invano
Ne so bene
l’attesa
e l’urto
lancinante e l’onda
propagata
lungo le strade
a nord del cuore
Arriva
ed è
squillo di bimba
:
- Noi siamo
come un violino,
vero ?
Le parole
volano come
la musica dalla bocca
e la lingua
è l’archetto…
Ma se piango,
il legno del
mio violino è
come
un ramo sotto
la pioggia?
Parlare come
nascere agli
altri, ogni volta,
venire
alla luce -
bianca - dove
bianchezza
è l’universo
offerto delle note
brusio
d’angeli sopra Berlino
sopra le
regioni
fuori dal
dubbio fuori dagli
equivoci
Così i
bambini parlano
impastando la terra
col minimo
dolore necessario
Parlare come
vivere
con-dividere
ritmi segreti
di qualche dio
dei simboli
vibrazioni
protette fino a un
termine
dove la voce
sarà oltremusica
pura
illimite
si
lascerà
talking about
- parlar di tutto
whispering -
sussurrare
missing -
annullare, perfino
( rumore di
rugiada nella notte
)
Domani, domani, quando?
Oggi piove
sopra il
legno dei rami
Una sola
parola
può
uccidere, ancora
Una nota
far tacere un
violino
7.
Nomi per un'isola
Non chiamatemi isola
Chiamatemi
quiete inquieta
a pochi passi
dal rogo
dove la
cadenza di luce
ha pure
lacrime
Chiamatemi
terra di nascite
desiderio di
tregua
illimite
speranza tra le spine
Chiamatemi
vista sul cielo
ipnotica
occhio d’oliva
castano
contro azzurro
a notte
ubriaco di stelle
di grida
Non chiamatemi
isola
Chiamatemi
nodo di rete
dove
s’impiglia il poeta
a rubare
bellezza al buio
Questo mare
di rose
rosmarino
ape febbrile
ronza
di spruzzi
alle finestre
Questo mare
timo-re
sovrano che
s’infoglia
al centro del
mio abbandono
Chiamatemi
seme di mare sull’abisso
Da ingenui
arrembaggi mi
salva
una muta di
mandorli e delfini
(il tempo non
ha che lame di
schiuma)
Chiamatemi
messaggio pietrificato
bottiglia dei
giganti di Pasqua
tangente
d’amore attraverso l’oceano
Non
chiamatemi isola
Chiamatemi
schianto d’un ricordo
casa
ritrovata, corrosa, ma salva
dall’oblio
tana larvale
riposo su
pietre levigate, mai
vinte
Chiamatemi
favola in sogno
quindi doppio
sogno
trama del
tempo, dove
il destino
fiorisce nella grande
domanda della
notte
Non so se
inganno o ritrosia
questo
accerchiarmi d’onde di
speranza
E poi
lasciarmi
ad asciugare
il diluvio
Della mappa
del pianto
solo un’orma
di saudade
Così insegno
la geografia
del limite
e a varcarlo
Ci
sarà sempre un’isola
aspra, guado
di limoni
alle parole
8.
Un viaggio un sole una luna
Lucidi calzari di una notte lucida
fuori dal
tempo, sulla soglia,
fermi
Pietrificati
atleti in attesa
del segnale
- stanotte
qualche rivolo di
luce si prevede
dai calici
del cielo -
Appena cade
la mia stella, scattano
Esagerato slancio, mie scarpette,
per una gara
che è
solo minima maratona,
una salita di
convolvolo
Dalla radice
alla gemma apicale
si viaggia in
vortice,
dilatando
l’ascolto in foglie
alterne
Dirige il sole: massima orchestra,
minime
variazioni. Regolari
scrosci di
clorofilla nei tornanti
come fiotti
del cuore, inesorabile
respiro
regolare della vita
Il sole
insiste sul vibrato termico
Sole drummer
drammatico (sole
batterista)
Sole
alchimista incendiario
Sole cenere
Sole
nube-avaro
Sole eclisse
Sole di
solitudini
Sole binging
(ingordo)
Avvizzisce-divora,
a ogni giro,
una campanula
(a sera lo
stormo blu tintinna
nella gola)
Notte di brina sulle gemme, ghiaccio
sulla cima
del mondo
Irrigiditi
calzari alla deriva.
Arranco,
perdo la
memoria dei soli
e la muta di
cani ed angeli
è
muta. Scivolo
sulla slitta
di Amundsen, carica
di stelle
Sulla cima del mondo
coi calzari
fradici
cancello le
mie tracce, ma non
posso
nascondermi
alla luna
9.
Canto di una conferma
Se fosse
pura coincidenza di parametri
a tendere
l’arco innocente della vicenda
Solo un’aria giovane
profumo d’alga iniziale
turbolenza di fango
confuso ancora
tra humus di stelle e tufo di
conchiglie
Se fosse
solo biotopos
in giusta insolazione
a confermare
la
dignità dei vivi
inconsapevoli
onde in sinuosa
evoluzione
Se fosse
amore solo
un’eco parallela
armonia di
due eliche abbracciate
a punteggiare
di luci
amplesso il mare
diffusa spuma
di desiderio
su questo
territorio selvatico
di antenne
ubiqua voce :
- Ti ho
vista
tu mi hai
visto
il tuo ventre
si inarca
e mi conosco
padre
in questo
coraggio largo dispiegato
in vela
Mio figlio
sicuro deve
adagiarsi
al rito lento
della discendenza
-
Se fosse
essere padre
solo orgoglio
automatico di geni
- io pronto
al mio scarno imprinting
-
io, comunque,
a insegnargli
l’estrema
dignità delle
parole
Se fosse
solo
squilibrio di parametri
insolente
penuria d’acqua o di
petrolio
a offuscare
un
ragionevole confine
a mescolare
nuovi profili
in nuove dimensioni
dialogo
offerto del tuo viso
ibridato
Se fosse
questo vivere
imperfetto
puro accidente
anche il tuo
stupore
a confermare
la
dignità del cerchio
accerchiato
Terra
ruota
innocente
lungo i
nostri sofferti
meridiani
madre che
mesce vino
ingoia sangue
sussulta
violata
eviscerata
Terra
assopita al canto
di nenie
circolari
Si leva
salda, al sole
perfettamente
orientale
a confermare
che attende
ogni alba
la sua grande
nave
10.
Ti ho disegnato un seggio
Ti ho disegnato un seggio
e l‘ho
dipinto ironico
trono di
girasoli a-capo-chino
Ti ho
immaginato sguardo-nel-fogliame
paralisi
stupita delle labbra
domanda fusa
al tocco delle dita
E non posso risponderti
ma devo
insolentirti
col muso della volpe
intimidirti
per l’occhio dilatato
nella
consolazione di una sillaba
E giustamente tu ora mostri i
denti
alla volpe
braccata nel sentiero
delle Parole,
fino alla sua gabbia
Impossibile
snidarla
impossibile
anestetizzarla
Le ridono
intorno sbarre orizzontali
lievi come
linee d’orizzonte
(orizzontale
e lieve è
la scrittura )
Non ti resta
che lanciarle
grida d’amore come
sassi
nel centro
esatto dei suoi cerchi
d’aria
Dal cuore spicco i semi al girasole
e lego il
trono al polso e salgo
i cerchi
E rido se
ruzzoli dal trono
sparpagliando
tutte le mie carte
anche tu in
midriasi pupillare
parola ti
dilata in canti e stelle
Così mi segui. Il sogno
è un Librocielo
- noi sotto
un planetario di
manoscritti -
I testi 1-5
sono tratti da "Il Versante vero", intr.ne di Plinio Perilli,Fermenti,
Roma,marzo 1999
Il testo 6
è pubblicato nell'antologia Premio Internazionale Donna e Poesia
2000
I testi 7-10
sono da Porte/Doors, Edizioni del Leone,2002
Annamaria
Ferramosca di
origine salentina , vive e lavora
a Roma.
Ha pubblicato in
poesia:
Other Signs Other Circles , raccolta antologica di
poesie1990-2009,
series Contemporary Italian Poets in Transalation, 2009, Chelsea
Editions, New York,
introduzione e traduzione di
Anamaria Crowe Serrano; (disponibile su www.amazon.com )
Il
versante vero,
Fermenti, 1999, premio Opera Prima Contini-Bonacossi
Porte di
terra
dormo, Dialogo Libri,
2001;
Porte /
Doors,
Edizioni del Leone, 2002, traduzione inglese di Anamaría Crowe
Serrano
e
Riccardo
Duranti, Premio
Internazionale Forum;
Paso
Doble, Empiria,
2006, raccolta di “dual poems” a 4 mani, coautrice Anamaría Crowe
Serrano, traduzione inglese di Riccardo Duranti;
Curve di
livello, Marsilio, 2006, Premio
Astrolabio, Città di Castrovillari-Pollino, Violetta di
Soragna,
finalista ai Premi Camaiore, Lerici Pea, Pascoli, San Fele, Montano.
Testi ed
interventi critici sulla sua scrittura
sono apparsi su numerose riviste e antologie, tra cui
Poesia,
Hebenon, La
Mosca di Milano, La Clessidra, L’immaginazione, Le voci della Luna,
"L'altro
Novecento", 1999, "Appunti critici", 2002,
"Poeti italiani verso il nuovo millennio", 2002,
“Inverse”,
2006, “
Tradizione e ricerca nella poesia contemporanea”, 2008.
Collabora
con testi e note critiche a varie riviste, anche on line. Fa parte
della
redazione di clepsydraedizioni.com che
seleziona in anonimo nuova poesia italiana
contemporanea.
Suoi
testi e note critiche appaiono on line su:
http://annamaria.ferramosca.literary.it;
http://rebstein.wordpress.com/2008/03/14/
http://oboesommerso.splinder.com/tag/progetto+lettura+55+aferramosca (con audio)
www.chiaradeluca.com/Annamaria
Ferramosca.htm; www.poiein.it; www.vicoacitillo.net http://english.chass.ncsu.edu/freeverse/Archives/Spring_2008/poems/A_Serrano.html
La
sua traduttrice
è Anamaría
Crowe Serrano,
irlandese, scrive poesia e prosa. La
sua raccolta di poesia più recente è FEMISPHERES
(Shearsman, 2008). Del
2003 è la raccolta di racconti DALL'ALTRA PARTE (Roma, Leconte)
e l'atto unico
THE INTERPRETER (Avellino, Delta3 Edizioni), entrambi tradotti in italiano da Riccardo Duranti.
Assieme
ad Annamaria
Ferramosca ha scritto PASO DOBLE, dialogo poetico in
inglese
e italiano, tradotto da Riccardo Duranti
(Roma, Empiria, 2006).
Come
traduttrice da italiano e
spagnolo
ha pubblicato traduzioni di, tra gli altri, Seamus Heaney, Brendan
Kennelly, Elsa Cross, Gerardo Beltrán, Daniela Raimondi,
Lucetta Frisa. Nel 2003 ha vinto con Riccardo
Duranti il terzo Premio John Dryden
Translation Competition per la
traduzione di Didascalie per la lettura
di un giornale, di Valerio Magrelli.
Collabora
con testi e note critiche alle riviste “La Mosca di Milano”, “La
Clessidra”,
“Le voci della luna”, Il Fiacre, “Leggendaria”
e on line con i siti poiein e vicoacitillo.Fa
parte della redazione del sito clepsydraedizioni che seleziona voci
della
poesia contemporanea.Ha
lanciato in rete l’idea di una poesia da selezionarsi in anonimo, con
voto
telematico aperto a tutti. Suoi testi ed
interventi critici sulla sua scrittura sono apparsi su numerose
antologie e riviste,
tra cui “Poesia”, “La Mosca di Milano”, “La Clessidra”,
“L’immaginazione”, “Le
voci della Luna”, “Hebenon”, “Poiesis”, ”Il
Fiacre”, “Noi donne”, “Freeverse”.