VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
Electronic Center of Arts

Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Annamaria Ferramosca
Nota biobibliografica

   
1. Anime e sogni
2. Internet
3. Luce da ognuno, a tutti
4. Sorveglio l'acqua
5. Già che corre la vita
6. Parlare come nascere
7. Nomi per un'isola
8. Un viaggio un sole una luna
9. Canto di una conferma
10. Ti ho disegnato un seggio
 

1. Anime e sogni

Oggi è tenace intorno a me
s'avvinghia
mano del mondo tecnico
a oscurare
- e rido mentre combatto tutto questo silicio
senza elmo né Sancho al mio fianco -
a oscurare
quel tintinnio che scuote, al mattino
velo di margherite
e nacchere e tamburi, come un avvertimento.
Proviene
dall'ultimo sonno che ci consolava.

E' di giorno che dormiamo davvero
saturi gli occhi del pulviscolo
di lenzuola automatiche
pieghe su pieghe inerti
copriamo la sorpresa
dei voli e delle luci
- non ci basta -
vorremmo
la visibilità globale
corone ed inni
se pure ormai è difficile
nascondere
la contrazione in viso
e quella ruga oscura in cui
l'innocenza s'annega.

Non sappiamo
di vivere solo la notte
Ipotalamo spoglio del rumore di fondo,
concitazione e orgoglio.
A tratti emergono
quei voli, quelle luci
Vogliamo solo briciole
di paleolitico
parole anche non dette
la mano sulla spalla:
uno- sono qui, t'accompagno-
due- aiutami a guardare -
tre- danziamo tutti, a turno -
E tutti intorno danzano. Insieme,
anime e sogni.

2. Internet

Lumecchia al buio, quatto,
un gatto che amministra *
velocità. Accanto
sgomitola una rete,
la rosa del deserto
di ieri, luminosa
acuminata di lontananze
avida di domande
Moltiplica le facce all'infinito
abbraccia perfino i labirinti
rivela ogni angolo in sito

Sei sincero, fratello?
Già mi parli
Domani sarai perfino caldo-virtuale
ti potrò toccare
Purché tu sia sincero
non si disfi
la tua maglia benefica
lanciata incontro al mondo
Purché tu corpo-mente
liberi dal desiderio di possesso
Purché tu in pace esatta
con te, con l'altro, con l'altrove

Il mondo vibra
in trame parallele
risposte alle costellazioni
Un senso in basso,
per la domanda sospesa,
dondolante. Non esiste
pericolo di caduta mortale
                                      Di sotto
                                                 c'è la rete

3. Luce da ognuno, a tutti

Scorgere, dopo una notte docile, imprevista
                                                                 su Jorge luminoso
luce da ognuno, a tutti
Dopo anni rabdomantici di sete, in ogni voce,
                                                                  anche minima e oscura
riconoscere fiori e radici d'anima,
il profumo ricurvo di bellezza

Come rischiara l'ascolto del tuo polso
unito al mio, se vola
                             in catena di prolungabili sussulti
a svolgere dal pozzo corde avviluppate
in salita leggera di parole-carrucole,
                                                    in carezza di voci
- il fondo genera fango inaspettato, a volte -
La più insensata invidia quella
                                           delle parole

Luce da ognuno, a tutti
A scrivere di frutti disponibili, d'ali a librarsi
sono la terra e il cielo, in fondo
Noi, dita di sabbia e nuvole, soltanto
Mentre già corrono
i giorni finiti e la memoria

A librarsi... Sì, su un libro, a volte,
                                                 si diventa leggeri,
come foglie estreme, consapevoli
                                                dell'imminente volo
Vite sottili, in altalena
d'ombre irrisolte
e luci ferme, generose

S'accendono i fogli, a volte,
                                          per la luce
i prolungabili sussulti
a svolgere dal pozzo corde avviluppate
in salita leggera di parole-ca

4. Sorveglio l'acqua

Sorveglio l'acqua. Imparo
come si evapora,
come si abbandona l'esuvie.
In un angolo il mucchio:
il sale della vita - l'acqua è ironica -

Il dio dell'acqua saggio
ondulava in serpente
allevando le spighe
e insieme i pesci
E ignaro, in petto, anche l'uomo.
Tecnica, che solo un dio padroneggia ,
ma che esclude
perversioni di plastica.

La sapienza dell'acqua
quando imperla
la fronte  per timore,
prima di commettere,
prima di parlare.

5. Già che corre la vita
 "Soy ombre: duro poco
y es enorme la noche"
Octavio Paz

Già che corre la vita,
scelgo una corsa semplice
Perchè tutto è accaduto
semplicemente
Un soffio
come d'aria che trema
Poi solo
un profumo di menta

Felicità di andare
coi sandaletti nuovi ritrovati
Fermate dolci-amare
abbacinate
sull'incavo di una guancia virile
Correre ancora
gemmare scontrosi rami, non importa
Importa
lasciarsi contagiare dai pensieri,
parole disvelanti
su pagine rubate a mille notti,
rivoli di un' epidemia
scesi a tracciare l'anima

Al capolinea
ho salvato gli stracci più preziosi,
poche frasi e scarne,
capaci
di guidare il destino
Ora so riconoscere i miraggi
Ora so arrendermi
alle ombre di materia soffribile
Non temo
altri giochi brutali
e cammino
Un cammino placato

Siamo in tanti a scendere
offrendo mantelli ininterrotti
di fuochi e solitudini
Gli orli
son ricamati di domande

6. Parlare come nascere

Voce  che inseguo da più notti invano
Ne so bene l’attesa
e l’urto lancinante e l’onda
propagata  lungo le strade a nord del cuore
Arriva
ed è squillo di bimba :
- Noi siamo come un violino, vero ?
Le parole
volano come la musica dalla bocca
e la lingua è l’archetto…
Ma se piango,
il legno del mio violino è come
un ramo sotto la pioggia?

Parlare  come
nascere agli altri, ogni volta,
venire
alla luce - bianca - dove
bianchezza è l’universo offerto delle note
brusio d’angeli sopra Berlino
sopra le regioni
fuori dal dubbio fuori dagli equivoci
Così i bambini parlano impastando la terra
col minimo dolore necessario

Parlare  come
vivere con-dividere
ritmi segreti di qualche dio dei simboli
vibrazioni protette fino a un termine
dove la voce sarà oltremusica
pura  illimite
si lascerà
talking about - parlar di tutto
whispering - sussurrare
missing - annullare, perfino
( rumore di rugiada nella notte )

Domani, domani, quando?
Oggi piove
sopra il legno dei rami
Una sola parola
può uccidere, ancora
Una nota
far tacere un violino

7. Nomi per un'isola

Non chiamatemi isola
Chiamatemi quiete inquieta
a pochi passi dal rogo
dove la cadenza di luce
ha pure lacrime
Chiamatemi terra di nascite
desiderio di tregua
illimite speranza tra le spine
Chiamatemi vista sul cielo
                                        ipnotica
occhio d’oliva
castano contro azzurro
a notte ubriaco di stelle
                                   di grida

     Non chiamatemi isola
     Chiamatemi nodo di rete
     dove s’impiglia il poeta
a rubare bellezza al buio
Questo mare di rose
                              rosmarino
ape febbrile ronza
di spruzzi alle finestre
Questo mare timo-re
sovrano che s’infoglia
al centro del mio abbandono
Chiamatemi seme di mare sull’abisso
Da ingenui arrembaggi  mi salva
una muta di mandorli e delfini
(il tempo non ha che lame di schiuma)
Chiamatemi messaggio pietrificato
bottiglia dei giganti di Pasqua
tangente d’amore attraverso l’oceano
Non chiamatemi isola
Chiamatemi schianto d’un ricordo
casa ritrovata, corrosa, ma salva dall’oblio
tana larvale
riposo su pietre levigate, mai vinte
Chiamatemi favola in sogno
quindi doppio sogno
trama del tempo, dove
il destino fiorisce nella grande
domanda della notte
Non so se inganno o ritrosia
questo accerchiarmi d’onde di speranza
E poi lasciarmi
ad asciugare il diluvio
Della mappa del pianto
solo un’orma di saudade

Così insegno
la geografia del limite
                                  e a varcarlo
Ci sarà sempre un’isola
aspra, guado di limoni
                                   alle parole

8. Un viaggio un sole una luna
 

Lucidi calzari di una notte lucida
fuori dal tempo, sulla soglia, fermi
Pietrificati atleti in attesa
del segnale
- stanotte qualche rivolo di luce si prevede
dai calici del cielo -
Appena cade la mia stella, scattano

Esagerato slancio, mie scarpette,
per una gara
che è solo minima maratona,
una salita di convolvolo
Dalla radice alla gemma apicale
si viaggia in vortice,
dilatando l’ascolto in foglie alterne

Dirige il sole: massima orchestra,
minime variazioni. Regolari
scrosci di clorofilla nei tornanti
come fiotti del cuore, inesorabile
respiro regolare della vita
Il sole insiste sul vibrato termico
Sole drummer drammatico (sole batterista)
Sole alchimista incendiario
Sole cenere
Sole nube-avaro
Sole eclisse
Sole di solitudini
Sole binging (ingordo)
Avvizzisce-divora, a ogni giro, una campanula
(a sera lo stormo blu tintinna nella gola)

Notte di brina sulle gemme, ghiaccio
sulla cima del mondo
Irrigiditi calzari alla deriva. Arranco,
perdo la memoria dei soli
e la muta di cani ed angeli
è muta. Scivolo
sulla slitta di Amundsen, carica di stelle

Sulla cima del mondo
coi calzari fradici
cancello le mie tracce, ma non posso
nascondermi alla luna

9. Canto di una conferma
 

                                                Se fosse
pura coincidenza di parametri
                                              a tendere
l’arco innocente della vicenda
Solo un’aria giovane
profumo d’alga iniziale
turbolenza di fango
confuso ancora
tra humus di stelle e tufo di conchiglie

     Se fosse
solo biotopos in giusta insolazione
         a confermare
la dignità dei vivi
inconsapevoli onde in sinuosa evoluzione

     Se fosse
amore solo un’eco parallela
armonia di due eliche abbracciate
        a punteggiare
di luci amplesso il mare
diffusa spuma di desiderio
su questo territorio selvatico di antenne
ubiqua voce :
 - Ti ho vista
tu mi hai visto
il tuo ventre si inarca
e mi conosco padre
in questo coraggio largo dispiegato in vela
Mio figlio
sicuro deve adagiarsi
al rito lento della discendenza -

     Se fosse
essere padre
solo orgoglio automatico di geni
- io pronto al mio scarno imprinting -
io, comunque, a insegnargli
l’estrema dignità delle parole

             Se fosse
solo squilibrio di parametri
insolente penuria d’acqua o di petrolio
                                                            a offuscare
un ragionevole confine

                                    a mescolare
nuovi profili in nuove dimensioni
dialogo offerto del tuo viso ibridato

     Se fosse
questo vivere imperfetto
puro accidente
anche il tuo stupore
       a confermare
la dignità del cerchio accerchiato
Terra
ruota innocente
lungo i nostri  sofferti meridiani
madre che mesce vino
ingoia sangue
sussulta violata
eviscerata
Terra assopita al canto
di nenie circolari
Si leva salda, al sole
perfettamente orientale
                                   a confermare
che attende ogni alba
la sua grande nave

10. Ti ho disegnato un seggio
 

Ti ho disegnato un seggio
e l‘ho dipinto ironico
trono di girasoli a-capo-chino
Ti ho immaginato sguardo-nel-fogliame
paralisi stupita delle labbra
domanda fusa al tocco delle dita

E non posso risponderti
ma devo
insolentirti col muso della volpe
intimidirti per l’occhio dilatato
nella consolazione di una sillaba

E giustamente tu ora mostri i denti
alla volpe braccata nel sentiero
delle Parole, fino alla sua gabbia
Impossibile snidarla
impossibile anestetizzarla
Le ridono intorno sbarre orizzontali
lievi come linee d’orizzonte
(orizzontale e lieve è la scrittura )
Non ti resta
che lanciarle grida d’amore come sassi
nel centro esatto dei suoi cerchi d’aria

Dal cuore spicco i semi al girasole
e lego il trono al polso e salgo i cerchi
E rido se ruzzoli dal trono
sparpagliando tutte le mie carte
anche tu in midriasi pupillare
parola ti dilata in canti e stelle

Così mi segui. Il sogno è un Librocielo
- noi sotto un planetario di manoscritti -

I testi 1-5 sono tratti da "Il Versante vero", intr.ne di Plinio Perilli,Fermenti, Roma,marzo 1999
Il testo 6 è pubblicato nell'antologia Premio Internazionale Donna e Poesia 2000

I testi 7-10 sono da Porte/Doors, Edizioni del Leone,2002


Annamaria Ferramosca di origine salentina , vive e lavora a Roma.
Ha pubblicato in poesia:

Other Signs Other Circles , raccolta antologica di poesie1990-2009, series Contemporary Italian Poets in Transalation, 2009, Chelsea Editions, New York, introduzione e traduzione  di Anamaria Crowe Serrano; (disponibile su www.amazon.com )

Il versante vero, Fermenti, 1999, premio Opera Prima Contini-Bonacossi
Porte di terra dormo, Dialogo Libri, 2001;
Porte / Doors, Edizioni del Leone, 2002, traduzione inglese di Anamaría Crowe Serrano e
Riccardo Duranti, Premio Internazionale Forum;
Paso Doble, Empiria, 2006, raccolta di “dual poems” a 4 mani, coautrice Anamaría Crowe
 Serrano, traduzione inglese di Riccardo Duranti;
Curve di livello, Marsilio, 2006, Premio Astrolabio, Città di Castrovillari-Pollino, Violetta di
Soragna, finalista ai Premi Camaiore, Lerici Pea, Pascoli, San Fele, Montano.
 

Testi ed interventi critici sulla sua scrittura sono apparsi su numerose riviste e antologie, tra cui

Poesia, Hebenon, La Mosca di Milano, La Clessidra, L’immaginazione, Le voci della Luna,
"L'altro Novecento", 1999,  "Appunti critici", 2002, "Poeti italiani verso il nuovo millennio", 2002,
“Inverse”, 2006, “ Tradizione e ricerca nella poesia contemporanea”, 2008.

Collabora con testi e note critiche a varie riviste, anche on line. Fa parte della redazione di clepsydraedizioni.com che seleziona in anonimo nuova poesia italiana contemporanea.

Suoi testi e note critiche appaiono on line su:

http://annamaria.ferramosca.literary.it; http://rebstein.wordpress.com/2008/03/14/
http://oboesommerso.splinder.com/tag/progetto+lettura+55+aferramosca  (con audio)
www.chiaradeluca.com/Annamaria Ferramosca.htm; www.poiein.it; www.vicoacitillo.net  http://english.chass.ncsu.edu/freeverse/Archives/Spring_2008/poems/A_Serrano.html 

La sua traduttrice è Anamaría Crowe Serrano, irlandese, scrive poesia e prosa. La sua raccolta di poesia più recente è FEMISPHERES (Shearsman, 2008). Del 2003 è la raccolta di racconti DALL'ALTRA PARTE (Roma, Leconte) e l'atto unico THE INTERPRETER (Avellino, Delta3 Edizioni), entrambi tradotti in italiano da Riccardo Duranti.
Assieme ad Annamaria Ferramosca ha scritto PASO DOBLE, dialogo poetico in inglese e italiano, tradotto da Riccardo Duranti (Roma, Empiria, 2006).
Come traduttrice da italiano e spagnolo ha pubblicato traduzioni di, tra gli altri, Seamus Heaney, Brendan Kennelly, Elsa Cross, Gerardo Beltrán, Daniela Raimondi, Lucetta Frisa. Nel 2003 ha vinto con Riccardo Duranti il terzo Premio John Dryden Translation Competition  per la traduzione di Didascalie per la lettura di un giornale, di Valerio Magrelli.
Collabora con testi e note critiche alle riviste “La Mosca di Milano”, “La Clessidra”, “Le voci della luna”, Il Fiacre, “Leggendaria” e on line con i siti poiein e vicoacitillo.Fa parte della redazione del sito clepsydraedizioni che seleziona voci della poesia contemporanea.Ha lanciato in rete l’idea di una poesia da selezionarsi in anonimo, con voto telematico aperto a tutti.  Suoi testi ed interventi critici sulla sua scrittura sono apparsi su numerose antologie e riviste, tra cui “Poesia”, “La Mosca di Milano”, “La Clessidra”, “L’immaginazione”, “Le voci della Luna”, “Hebenon”, “Poiesis”,  ”Il Fiacre”, “Noi donne”, “Freeverse”.


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