Nudo in un mondo
Ah,
sì!
I metri ci perseguitano
Short-story
East
Anglia:
Suffolk
In
memoriam
a Luciana Frezza
La parabola che porta
dalla minaccia del
buio
al buio certo
e oltre
forse
alla luce ferma
magari
è breve
ma all’arco serrato
della saetta
che
tutti ci ha trafitti
quando
cedendo
all'endemica tentazione
dei poeti
hai voluto provare
la come
te fragile e forte
equazione
che annulla il peso ed esalta il senso
delle parole
affidandole fino in fondo
alla
gravità
del silenzio
non
s’intravvede fine
Nudo in un mondo
Nudo in un mondo,
incrostato nell'altro
da opachi, mai sottoscritti,
patti
(sottoscritti, semmai, da altri)
veleggia
nel denso medium dei dubbio
il giocoliere
stanco
di tenere
in orbita
attorno a sé
mille matite
a mimare
il vortice che lo trascina:
mai nessuna che
atterri
sulla carta millimetrata
dove incompiuto attende
linea dopo linea
la sua forma
il ritratto/progetto che lampeggia
per intervalla inanitatis
alla sua mente
Ah,
sì! I metri ci perseguitano
Ah, sì! I metri ci perseguitano:
spasmano tesi
lungo nervi e muscoli,
si
transcodificano in raffiche
fluenti,
ticchettano
insistenti contro
i denti
finché,
in punta di lingua
o di penna,
trovano pace
e chiudono il circuito
con un colpo
deciso d'eleganza.
E gli altri?
I versi
sconnessi e sghembi,
asimmetrici e
malchiusi,
asmatici e
perplessi,
claudicanti,
fuoripasso?
Sì, fuoripasso,
perché
l'attrito tra la
sintassi
e il senso a
volte infuoca il
piede:
s'inciampa
spesso, si scivola,
si barcolla,
si cade a quattro
zampe
se necessario.
Quale editto prescrive
che si debba
arrivare dovechessia
solo danzando
oppure marciando
con
micrometrica precisione?
La voce
perlustra urgente
il campo
minato
che ci tiene
prigionieri.
Con la grazia
della disperazione
e l'astuzia
dei fiato
le sillabe
saltabeccano
di varco in
varco
di ritorno in
ritorno
per tracciare
la mappa
dei sentieri
e dei ponti
che aggirano
le macerie mute.
Short-story
a Raymond
Carver
Racconti degli angoli
smarrite
meraviglie,
quelle che
della voce
scelgono il
lato all'ombra,
le rigiri tra
i denti
forgiate e
temperate
a tuoi
strumenti.
La spola dello scandaglio
cuce
più fitta:
ora infila
dolorosi corridoi
di carne e
nebbie
a te ben note,
guada fiumi
di pena
che scorrono
in entrambe
le direzioni,
alcool e lacrime.
A monte o a valle,
sul fondo,
c'impigliamo tutti
negli spicchi
di specchio
che tu hai
lucidato
per vocazione
e bisogno.
Marea orfana di luna
avvolge chi
ti ascolta:
irte di luce
morbida arrivano
le parole,
fari di notte
incontro a
chi, per un momento,
ha deciso di
togliersi
gli
occhiali...
East
Anglia: Suffolk
per Michael
Hamburger
Quattro tane scavate nella sabbia
lungo la
ferrovia:
a mezza costa
un coniglio
sorpreso.
Salici sradicati
buttati sui
fossi
ricominciano
testardi
a germogliare.
Dappertutto cespugli
rigogliosi
s'intrecciano
con non
studiata eleganza
ma si vantano
di precisi fiori.
Sui campi alterni
di grano
verde e precoce giallo
planano
palombelle
e passeri
volano a scatti.
Con cielo e mare grigi
e l'umido nell'anima,
il verde è inevitabile
e l'erica s'impone.