1.
La casa Migliore
2.
Negli occhi
3.
Il sentiero scomparso
4.
Mio padre
5.
Topo
6.
Sogno
7.
Amore in novembre
8.
Vuoto
9.
Contrade umide
10.
Forse
11.
Ora non sappiamo
1.
La casa Migliore
Tutto è
pace e silenzio, e tutto posa
il mondo,
e più di lor non si ragiona.
La sera
del di festa, vv.38/39
Giacomo
Leopardi
Si sta
bene qui, in riva al lago
in questo
tenero mattino d'aprile che avanza.
L'aria
è tiepida, la brezza ci carezza
e i
cardellini
sul salice trillano con grazia.
Sotto gli
alberi in penombra
attaccano
i grilli l'antica sinfonia.
Per un
giorno almeno
non voglio
interrogare
l'alfabeto
delle cose.
Per un
giorno almeno
voglio
pensare
che questo
mondo
che ci
è toccato in sorte
sia la
miglior casa
dove abitare.
2.
Negli occhi
E viene
fuori uno che mi fa
…é
l'ansia, la fobia, la psicosomatosi
non hai
ben digerito
la regola
perenne:
tenere
la testa china
e sgombra
di pensieri
ma tutto
attorno è un ciangottare
un querulo
frastuono
Poi a tratti
qualcuno
stacca
la comunicazione
(cade la
linea)
e allora
è un correre agli specchi
un
occhieggiare
all'anagrafe
per prendere
le misure
(probabili
o credibili)
per calcolare
quando lui si fermerà,
immemori
del fatto
che mille
volte siamo morti
soltanto
guardandoci
negli occhi
3.
Il sentiero scomparso
Tu non ricordi,
non puoi ricordare
quel
chiassoso
sentiero ondulato
che a bozzi
e a balze
s'insinuava
serpentino
costeggiando
il torrente Liro
e menava
dritto al lago.
Ora ci
hanno costruito un grande ospedale
che raccoglie
tutti i mali del mondo
ed è
calvario triste e doloroso.
Allora
no, era gioia di bimbi
risa
d'argento
e d'oro
che si
frangevano al sole.
Tu non
ricordi, non puoi ricordare
il profumo
delle acacie a primavera
che ci
inebriava fino quasi a stordirci
e lo sciame
d'api che inseguiva la regina.
Tu non
puoi ricordare perché ero fanciullo io
e tu forse
eri appena nata.
Poi non
erano cose da femmine le guerre
gli agguati
e gli scontri tra bande rivali.
Avevamo
una fortezza ben celata
allestita
in una fossa di una morta gora
ricca di
cavedani e vaironi.
Il tempo
passa e cancella ogni cosa
ma dentro
la memoria stanno
ben allineati
i volumi illustrati
della nostra
infanzia.
Ora la
vita è spesso in bianco e nero
a volte
lo schermo è a righe
e a tratti
anche il segnale manca.
4.
Mio padre
Sapeva di
vino e tabacco
ma anche
di menta e di boschi
mio padre
fu un uomo lontano
mai si
arrese ai suoi figli e al destino
soltanto
sul letto di morte
mi strinse
la mano e non la lasciò più.
5.
Topo
Ti piaceva
giocare al gatto e al topo
del topo
già si sa chi dei due fosse.
Io per
eccesso di sensibilità ero tenero
come un
bimbo che si scioglie
in grembo
alla madre che lo coccola.
Poi
d'improvviso
il magico momento
svanì
nel nulla.
Il topo
si finse leone e fu la fine.
Mi hanno
detto che dei tuoi amori
di questi
vent'anni trascorsi
non se
n'è salvato uno.
6.
Sogno
Ti distendi
quieta e sospiri
mentre
fra noi la notte zittisce
anche
l'ultimo
latrare dei cani.
Guardi
il soffitto stranita
e il tuo
cuore colgo nell'attimo
di un
silenzio
che non posso valicare,
ti prendo
la mano e ascolto.
Certo so
che stai passando in rassegna
questa
marea di giorni che ci lega.
Certe sere
camminiamo in bordo ai suoni,
ci giungono
stonate note
pause d'ansia
come fiamma che s'affioca.
Forse amare
è questa quotidiana
lotta contro
i silenzi delle pause,
un remare
sordo per risalire la corrente
ritornare
al punto alfa.
Tutto
ciò
che siamo e che sembriamo
altro non
è che sogno dentro un sogno.
7.
Amore in novembre
Questo è
quel mondo? questi
i diletti,
l'amor, l'opre, gli eventi
onde cotanto,
ragionammo insieme?
A Silvia,
vv.56/58
G. Leopardi
Di quello
che ti volevo raccontare
mentre
il giorno si disfa in silenzi e ombre vaghe
solo la
notte conserverà memoria
questo
è il prezzo da pagare al dubbio.
Dicono
che forse torneremo
sotto altre
spoglie e in altre terre,
come se
non bastasse questo esordio
questa
commedia che si recita a soggetto.
Pallidamente
credo d'essere esistito
ma questo
lago grigio e oscuro
tu fata
Morgana e io mago Merlino)
uno scrigno
gravido d'incognite
che muove
ombre e fantasmi dissepolti
anche in
questa notte di novembre
mentre
lenta la tua mano scivola
e s'adagia
sulla mia e il cuore rabbrividisce.
Una notte
fra mille solitaria e ostile
smarrita
sulla soglia e tu non sai
fino a
quando il tempo berrà dalle vizze corolle
dei nostri
giorni ripetuti e stanchi.
E intanto
l'umida stagione avanza
e l'anima
si fa diafana
un cristallo
fragile che si appanna
sul punto
di cadere in frantumi.
Cosi ce
ne stiamo tra noi bisbigliando rade parole
come le
gocce d'acqua che scivolano sui pioppi
inseguendo
le ombre che sciamano
in sghembe
processioni verso l'ignoto e il nulla.
C'è
una struggente bellezza nel giorno che si chiude
il ritorno
all'assenza.
8.
Vuoto
E tu credi
ancora
alla forza
inesausta dei tuoi anni
non
più
giovani
ma ancora
indenni
succhi
i giorni avidamente
convinto
(chi è
quel demiurgo
che da
qualche parte ha scritto
“... va
il mondo t'appartiene”)
se mai
ci fu un'epoca
che non
è nostra
è
questa, amico
credimi
non vedi
come boccheggiano
le anime
appena
stacchi
il vortice
delle immagini
9.
Contrade umide
Vai per
contrade umide, aggrovigliate
come i
tuoi pensieri in disarmo
più
ricordi che desideri per il domani.
Ben ti
rassomiglia quel vecchio
che
tossicchiando
traversa la via
in una
sera gelida di gennaio
e scompare
ingoiato da una porta.
Ci furono
altri rientri, altre contrade
a passo
spedito con il canto in gola
che esplodeva
come i mortaretti a San Silvestro.
Ora ti
rimangono questi scampoli
questi
scarti di memoria disordinati
e sei
solidale
con Nietzsche che a Torino
abbraccia
il cavallo e si perde
nella notte
della sua follia.
Solo dalle
finestre socchiuse ti lambiscono
lampi di
luce e voci artificiali
e ti chiedi
se tempo non sia venuto
di chiudere
i battenti su questo secolo
partito
male ancor peggio finito
che
virtualmente
ti ha dato il cielo
ma in
realtà
ti ha tolto tutto.
10.
Forse
Ricorderemo
(forse)
dall'immutato
luogo
dal quale
provenimmo
tutto questo
vaniloquire,
intercettare,
decrittare
interpretare
“comprendere”
0 forse
fummo solo
sogno
fantasma
bolla d'aria
ombra
rugiada
scintillante
di primo
mattino
o soltanto
bagliore
di un lampo.
11.
Ora non sappiamo
Ora non
sappiamo
se dopo
questo mille
caotico
e ciarliero
vedremo
ancora a primavera
rondini
vere
o solo
uccelli di metallo
che solcano
cieli bigi.
Di certo
resta questa indomata
voglia
che infine
l'uomo smetta
di divorare
tutto.