1. Corpo in veleno in coppa fantasia
2. Ciabatte
3. Ofelia
4. Caccia alla volpe
5. Frana il giorno
6. La luna sale lenta
7. Non da passeggi
8. Credilo indifeso
1.
Corpo in veleno in coppa fantasia
a Michele
virus inghiottono
gli ultimi
tremiti
e raggi
del giorno
in prima
linea vincitori
dall'altra
barricata
briciole
di parole fantasma
l' antonia
ha dita senza presa-
rami induriti
nel gelo-
diavolerie
che insistono
a devastarle
il sangue
com'è
triste l'antonia
davanti
alla coppa fantasia
panna come
neve calda
appiccicosa
nella bocca di scirocco
attenta
gli occhi si chiudono attenta
come sempre
è l'antonia
che porta
michele al bar
alle porte
del sole
la coppa
è finita
rhum veleno
e cioccolato
ora - dice
- apro la finestra
e mi butto
ma alla finestra
ci sono
i bambini
tutto inizia
da lì
rami di
pesco contro gli occhi-
se almeno
li vedesse
ne hanno
fatto melma del suo prato
ma vanno
in fondo fondo
sul fondo
della coppa
oppure
sotto il tappeto delle auto
ma c'è
la strada che brilla champagne
sui denti
dei ragazzi che volano
o sottoterra
per farla finita ma
c'è
il cresposo terriccio
le promesse
dei petali all'alba
la rugiada
che si scioglie
sul viso
e michele
che guarda
l'antonia senza parlare
la strada
va per la sua strada
nelle luci
che trafiggono la notte
neppure
il cane che piscia
ai piedi
del semaforo
può
sognare un albero fiorito
2.
Ciabatte
raggi di
sole raccolgono
da uno
spiraglio a spada
nella stanza
scandiscono
il tempo
- incontriamoci
nel cuore
della rosa nel
seme delle
albe ballerine
nella intersezione
delle mattonelle
depositano
un canto che sale
che sole
solo in cima al pensiero
la sera
esplode carte
parole
e gesti riposti
hanno il
giusto valore nei cassetti
(dormono
mai le ciabatte? )
a
volte notti di insonnia
e a volte
notti come questa
d'amore
così intenso
d'accendere
tende e finestre
diventano
stivali che il mio
gatto indossa
e prendono il volo
il dentro
è fuori - castello fatato-
ritornano
con i venti in poppa-
sotto il
letto una tempesta-
sbirciano
e origliano
intanto
che facciamo 1'amore
ridono
3.
Ofelia
il fiume
portava via
le ossa
di lei e lei
portava
via il fiume
non è
il caso- diceva-
restarti
impigliata
e sui rami
le strane voci
né
degli uccelli né del vento
semmai
del silenzio
sono di
convenienza
quale parola
riempirà
quel becco
di corvo della memoria
meglio
dissolvere le penne nere
se il fiume
deve scorrere
che vada
verso il mare
(le sue
ossa fiorite di licheni
a nastro
e muschio)
chissà
quali germogli ancora
e comunque
irrintracciabili
i bei baci
sulla bocca
basterà
che io butti
la mia
dentiera nel fiume
perché
mi riconosca-
se in qualche
angolo
splenderanno
i suoi occhi-
o la mia
mano dovrà rompere
i gorghi
per carezzarle i capelli
che sapevano
di eterno
tanto erano
scuri (?)
4.
Caccia alla volpe
La fuliggine
appanna
l'a-ria
dell'alba
bagnata
dagli odori
verdigrigi
paludose
- appiattite distese
il corno
sbava richiami
di
ci-viltà
dalla bombetta
fuliggine
orrori primitivi
movimenti
d'alto rango
che non
muta niente
come mangiare
il pollo
con forchetta
e coltello
''rosseggiava
la sua pelle
ingoiava
lucciole nella corsa spente
era sudore
e sembrava seta
era orchestra
il bosco e inferno"
la punta
del fucile
al buco
della roccia
da nessun
punto
spiragli
di luce
che potesse
penetrare la fine
il colpo
stacca la corsa
i cani
raspano arricciano
i denti
sba
l'uni
va
verso
brucia
l'erba alle radici
la bombetta
in cima
fumano
gli speroni
le bocche
dei cavalli
(incontrarli
gli uomini
studiarli
Darwin!)
''volpe
marina dalle squame rosse
dal fiume
del male
tornerai
mai nel bosco?"
sgòcciola
l'ansia
la pioggia
scioglie il tuo rosso
ed io alla
finestra immobile
l'occhio
fino all'ombra
fino al
ritorno
all'ultima
farsa
degli uomini
piccini
nelle tue
zampe la fine
il corno
cornacchia zittisce
il rito
è compiuto
conto
conticino
ogni tasca
ci ha un codino
e godino
e godà
la volpe
mangia la gallina-
bella volpe
in salmì-
l'uomo
mangia te e la gallina
il bel
gioco giochino giocò
un po'
bizzarro strano bizzò
che mangia
l'uomo
te e la
gallina
sai di
chi è
bella volpe
del bosco?
5.
frana il giorno
frana il
giorno dentro
gonfi
pistilli
inodori
è
che io non ho molti
domani
da infiorare
la terra
del mio vaso
è
pietraia e dei fiori
dei
profumi non il ricordo
li ha
mangiati
la terra
che puntuale
a marzo li rigenera
in metamorfosi
avrò
altri occhi
forse
più
tranquilli
non so
come farai
a riconoscermi
ricordami
pure come vuoi
costruisci
castelli
rifammi
splendimi nuota
negli oceani
che ti lascio
nei gorghi
poi fammi
sapere
se tutto
ciò non ti ubriaca
non ti
rende naufrago
anche se
altro non vorresti
6.
la luna sale lenta
la luna
sale lenta
oltre il
versante della speranza
il giorno
è lento
dopo la
turbolenza
della notte
estiva
lei deve
proprio suonare
i campanelli
che dici
giapponesi
- far ridere
rincuorare
come la lepre
se si
allontanano
i cani
ma rifletti
come senza sobbalzi
ma sempre
sempre va condotto
un amore
per mano
con le
tasche piene di pioggia
di come
una parola va detta
per crescere
l'erba di una pagina
se la luna
non incendia la montagna
il cervo
annuserà l'aria
il gatto
la preda l'uomo
l'ombra
che sale
7.
non da passeggio
non da passeggio
cane di
passaggio
fra la
spazzatura
a due passi
dal treno
orrere prendergli
un pezzo
di pane
riscattare
il Dettato
imposto
azione arbitraria
che ha
il sapore dell'acqua
nella calura
porgere
la mano rara
dove s'annida
il senso
di un nido
incontrarsi
con gli occhi
dopo lei
ha
la testa
nell'orto
Diamante,
4-8-89
(da "Per
mancato recapito" - 1993)
8.
credilo indifeso
credilo
indifeso
questo
esercito di formiche
se lo lasci
tranquillo
divora
il tuo giardino
nei rapporti
degli elementi
si slabbra
l'equilibrio
e si alza
il vento maldestro
un figlio
nasce si modifica
si stacca
dall'ombelico
s'attorciglia
a tronchi
estranei
nel cammino
incontra
acqua e deserto
scivola
sulla fissità
di una
luna lacerata
rinasce
allontanandosi
ritorna
all'ombelico ama
le favole
nuove che inventa
un figlio
è come il pensiero
lo ritrovi
e lo perdi in ogni istante