Ritorno
a Tycho
Preghiera
di robot
Notturno
Le
larve del quarto pianeta
1.
Ritorno a Tycho
Vaga
lo sguardo
su cupole
argentee,
mentre
i nastri
si svolgono
al piede
d’acciaiosi
giganti.
Le guglie
irradiate
riflettono
sprazzi
di cielo
e ombreggia
il suolo
un artificio
di nube.
Ora,
siamo tornati
a Tycho,
sale alla
mente
l’eco di
passi sonori
su altri
selciati.
Qui godiamo
metalli
puliti;
diversi
i rumori,
i colori,
le essenze.
Non giù,
non serve
andare
a un fangoso
pianeta,
ma riposare,
restare,
cullarsi
in questo
universo
di luci
di sogno,
e sognando
costruire
ancora
atmosfere
viventi
nella memoria.
2.
Preghiera di robot
Fa’ che
non sia
soltanto
un guscio
vuoto
questo
insieme
di leghe
e positroni.
E che io
pensi
prima di
parlare,
e la favella
canti buoni
auspici.
Fa’ che
nel finto
sonno simulato
la notte
di consigli
sia presaga.
E che guardare
a te mi
sia concesso
pensando,
un giorno,
pure se
lontano,
di avere
anch’io,
come una
carne viva,
un’anima
pulsante
eternamente.
3.
Notturno
Già
ci accostiamo
felici
al prato
cinto
di brina
su cui
coricare
gli spasmi
del giorno
finito,
…A Nord…
E, mani
incrociate
dietro
la nuca,
seguiamo
celesti
sentieri
di luci.
I verdi
giganti
a guardia
scuotono
chiome
presagio
di eoli
in corsa.
Le fate,
forse.
E ancora
giungono
voci,
sussurri,
colpi smorzati
da stronchi
riversi.
Forse una
corte
antica,
impressa
in perdute
memorie,
ci spia.
Brillano
ambi
di gialli
gioielli
da pietre
incavate
e su incroci
di rami.
In questa
solitudine
affollata
è
lieve, finalmente,
cancellare
coi brividi
agli occhi
i lampi
di un incubo
urbano
che si
rincorre
da tempo
ad ogni
fonte di sole,
…Più
a Sud…
4.
Le larve del quarto pianeta
Spersi noi
siamo
sui rossi
canali.
Non strida,
non vento,
non maglio
che batta;
dagli aridi
suoli,
dai gorghi
già
estinti,
non sale
un sospiro,
non
più…
Non più
battaglie
tonanti.
I waldi
già
spenti
non cantano
nota,
le belve
di ferro
rosseggiando
in stasi.
Le frasi
silenti
scambiate
da estinti
aleggiano
trite
sugli alvei
morenti.
Tu, frigido
Ares,
perché
non
risorgi
da ceneri
ardenti?
Non fendi,
non scocchi,
non lanci
più strali?
Non
più…
Non
più…
Spersi
noi siamo
sui rossi
canali.