VICO ACITILLO 124 - POETRY WAVE
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Direttore: Emilio Piccolo


Sans passion il n'y a pas d'art


Calamus
Almanacco di poesia


Nadia Agustoni

   
Oggi è ogni giorno
Stanze per il giorno dei morti






Oggi è ogni giorno

ma a me il male è questo dolore quest’ora
in cui il ragno oscilla tra tela e parete e i muri
fino al soffitto costruiscono ombre
e mi si spaccano i denti nella furia di parole
che ritornano: lo vedete voi che c’è il torto
e tutto a nostra immagine?

 ma a me chi lo dice che c’è il paradiso?
anche il muso dell’animale è attesa è mangiare è chiedere
e guscio è ogni anatomia e il voi e il noi e ogni figura
sono aperti e a volte pensiamo la salvezza
a volte siamo solo vivi e siamo stufi del cuore dell’anima
del giorno che saremo alla destra di chi a fare cosa?
il dolore è questo: è errore nelle parole.

ma dio se prende i pari vostri se vi somiglia
è messo male: quaggiù è terra io sono cometa
sono miglia di vento nella nuca sono gli occhi
che rimano il mondo e voi aggiustate l’abito ancora
credete all’abito credete di rinascere nella vita.

ma io la vita la finirei gridando come i pazzi:
andare sui tetti a una finestra e fare il gesto così
e così e tiè e basta, mica coi versi la finirei
vi inchioderei i versi la poesia come la legge alla porta.

ma io ci inchioderei la carne alla porta
farei a brandelli le braccia mi romperei
ogni vena e gli occhi ve li incollerei
all’aorta a guardare le cellule che avete
di che cancro crepate e a gesù gli direi
che i sepolcri imbiancati camminano
i morti camminano e oggi è il giorno
del giudizio oggi è ogni giorno.

 

Stanze per il giorno dei morti
 

il buio non nasconde i morti

ma gli occhi vedono il giorno
e io mi illudo della campana
che chiami l’ora soltanto ci lasci vivere
 
pensando radici
come pianta nei rami toccare l’alto:
è nella terra il cielo
qui il fiore capisce l’erba lo spino
e l’ombra che lo salva.
 
così la sera incanta le case
e rogge dilagano in campi
in slarghi di fango dove non c’è colore
e si sconfina ciechi e si sta soli e filari d’alberi
sono a sentinella e ogni cosa gira ritorna
e stringe i paesi un silenzio d’inverno
il bruno di corteccia a metà dell’aria.
 
gli uccelli notturni mai festosi
hanno grida vuote nel vuoto
e un rimbombo è l’unica voce
il nome che scende dalle imposte
scappa via nella luce e all’alba
ognuno è rinnegato tre volte
dio non sai che fatica sbagliare.
 
i morti rubano memoria
diventano i ricordi e a notte
parlano dentro le grondaie in spifferi
improvvisi con improvviso significato
ma nulla è come prima i vivi
non ritornano non cercano più
hanno chiavi a ogni porta.
 
un giorno i morti risorgeranno
e noi li aspetteremo sui campi
con altra terra per loro: vedete
che terra è rimasta non ha più cuore
la terra senza di voi.
 
i nomignoli dei morti
non stanno nei cimiteri
si scrive il nome che uno
ha avuto non cosa diventa
abele e non caino e si dice
è pace la pace eterna. 


Nadia Agustoni (1964) ha pubblicato per Gazebo Edizioni i seguenti libri di poesia: Grammatica tempo (1994) , Miss Blues e altre poesie (1995), Icara o dell’aria ( 1998), Poesia di corpi e di parole (2002), Quaderno di San Francisco (2004) e Dettato sulla geometria degli spazi (2006), Il libro degli Haiku bianchi (2007). D’imminente pubblicazione per le edizioni “Le Voci della Luna” la raccolta “Taccuino nero”.

Collabora a varie riviste (Leggendaria, Leggere Donna, A, L’area di Broca e altre ) e a blog letterari (Nazione Indiana, Lpels, LiberInversi, Donne in Viaggio). Sue poesie sono apparse nella rivista Poesia e in altre pubblicazioni.

Ha scritto saggi su di Etty Hillesum, Elizabeth Bishop, Kazimiers Brandys, Patrizia Cavalli, Gianna Mancini, Monique Wittig e altri.

Un suo scritto è nel libro “Aurelio Chessa, il viandante dell’utopia”,  Biblioteca Panizzi (2007)

Ha vissuto a lungo in Toscana e attualmente vive e lavora a Bergamo.


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