Un
tempo il bestiame era condotto, in occasione della fiera, in una piazza
più o meno grande, dove forse avrebbe trovato chi, partendo
dalla
convinzione che, quando sei tu ad acquistare, il cavallo che stai
comprando
è mulo, e quando sei invece tu quello che vendi, il mulo
è
un cavallo, si sarebbe portato a sera, nella stalla, un animale in
grado
di soddisfare le esigenze, minime e massime, che ne avevano consigliato
l'acquisto. In quella piazza, prima o poi, sarebbe passato un furfante
vestito da imperatore e con il pennacchio in testa (cioè uno di
quelli che dettano la storia agli storici) che a quella avrebbe dato
immancabilmente
un nome, che spesso è solo flatus
vocis, e ancora più spesso flatus
ventris. Ma oggi che gli imperatori si aggirano sul pianeta
senza
pennacchi in testa e hanno imparato che dei poeti e dei filosofi si
può
fare a meno, ma non di chi, usando le loro parole, se ne va in giro a
raccontare
al mondo che la felicità la puoi comprare al supermercato di
turno;
oggi che il pio bestiame di quando Berta filava non infonde
più
nei nostri cuori né calore né sentimento e ben altri
ovini,
suini, e bovini ci tocca di incontrare nelle piazze virtuali (e non) in
cui ci induce ad aggirarci il nostro (ancora per poco) incoercibile
istinto
al nomadismo; oggi che siamo tutti convinti che il mercato
rende
liberi e si rischia di apparire (ed essere) di quelli che lodano il
tempo
antico e sono estranei al presente; oggi forse non è
inutile
ricordare che nelle piazze - virtuali e non - che portano il nome di
imperatori,
furfanti con il pennacchio in testa, e, perché no, anche quello
di nostro zio, c'è ancora, e più che mai, bestiame da
vendere
e comprare (cavallo o mulo a seconda del ruolo), da portare poi a sera
davanti ad un schermo al plasma o nel megastore più vicino,
perché
dimentichi, una volta per tutte, i sogni ormai non più di moda
di
quel vecchio ebreo-tedesco con la barba bianca che s'era convinto, a
furia
di studiare la storia, che solo se ovini, bovini e suini di tutto il
mondo
(una moltitudine in-calcolabile e in-calcolata) la smettono una volta
per
tutte di belare, muggire e grugnire e imparano, come voleva il gobbo
maligno,
l'arte tutta umana del parlare, e del pensare, sarà possibile,
forse,
che le piazze del pianeta non siano più intitolate a imperatori
e furfanti con il pennacchio, ma siano solo e semplicemente lo spazio
(anonimo
e tutto nostro) in cui andare a raccontare, a chi ci capita di
incontrare,
la nostra sofferenza di esistere, la nostra felicità di vivere.
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